"Ecco tutti i segreti della storica Villa Poleghi"

Maestroni: la leggenda dei fantasmi nella dimora a cinquanta metri?. Colpa di una roggia che scorre qui

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Alberto Maestroni, (foto), 46 anni, commercialista a Codogno e socio della Edac Service Srl, società di elaborazione dati contabili e attuale proprietaria del primo e del secondo piano di Villa Polenghi a Codogno, svela i segreti dell’area. Il Comune ha ufficializzato la volontà di acquisire i 10 mila metri quadrati del parco e le ex scuderie (circa 210 metri quadri) per ristrutturarli e regalarne un futuro uso pubblico, per tutta la comunità. Un "giardino di tutti". "Sono stato – dichiara Maestroni – per diversi anni l’amministratore unico della società Il Parco Srl, ma ora questo ruolo è ricoperto dal ragioniere Giancarlo Maestroni, mio padre, che è anche socio. L’intero comparto immobiliare, costituito in origine da un’unica proprietà composta dalla Villa principale, che si affaccia su via Diaz, dallo storico giardino di pertinenza, dalla Casa Guardiana e dal fabbricato “Ex Scuderie“, è oggi diviso in diverse proprietà. Il primo ed il secondo piano della villa sono della società Edac, il piano terra di un altro privato". Dagli anni ’90 a oggi, sono stati numerosi i tentativi di acquisizione del giardino e delle scuderie da parte del Comune.

La società Il Parco Srl, riscontrato il rinnovato interesse dell’amministrazione comunale (che ha stanziato 250mila euro), ora intravede l’accordo. "Potrebbero essere recuperati i meravigliosi percorsi pedonali, le essenze, l’impianto arboreo. Poi si potrà decidere come recuperare le ex scuderie". E aggiunge una curiosità. "Ancora oggi c’è la leggenda secondo cui “Villa Ginella“, a circa 50 metri da Villa Polenghi, sarebbe abitata dagli spiriti. Lo si pensa perché si sentivano boati. In realtà erano rumori causati da una roggia ormai tombinata che scorre sotto Villa Ginella e attraversa il Parco di Villa Polenghi". Proprio sotto il Parco, la roggia subisce un salto e si forma una piccola cascata: quando il flusso di acqua aumentava i boati erano più intensi". Paola Arensi