Dispersioni di gas nel territorio. Fughe di metano dagli impianti: "Emissioni che alterano il clima"

L’allarme lanciato da Legambiente dopo un monitoraggio su 19 siti lombardi a fonti fossili. Gli attivisti di Lodiverde: va programmata la chiusura delle centrali di Bertonico e Tavazzano.

Dispersioni di gas nel territorio. Fughe di metano dagli impianti: "Emissioni che alterano il clima"

Dispersioni di gas nel territorio. Fughe di metano dagli impianti: "Emissioni che alterano il clima"

Ben 42 punti di emissione di metano, di cui 20 casi di venting (rilascio diretto in atmosfera) e circa 22 perdite in differenti componenti delle infrastrutture (bulloni, valvole, giunture, connettori e contatori). Questi in sintesi, i dati raccolti da Legambiente in collaborazione con Clean Air Task Force (CATF) dopo i monitoraggi condotti (tra il 12 e il 14 maggio) su 19 impianti a fonti fossili in Lombardia. Nella regione numero uno per produzione e consumo di energia da fossili, in ben 14 su 19 infrastrutture sono state registrate emissioni significative di gas metano, nemico invisibile con un effetto climalterante (ogni molecola liberata nell’aria contribuisce al cambiamento climatico in misura 86 volte maggiore alla molecola di biossido di carbonio, la Co2). Tra gli impianti che destano maggiore preoccupazione quelli di stoccaggio di Sergnano, nel Cremonese e di Settala, nel Milanese: nonostante la distanza dalla componentistica e la possibilità di analizzare solo piccole porzioni degli impianti, sono stati trovati ben 14 punti di emissione nel primo (10 perdite e 4 venting) e 5 nel secondo (1 perdita e 4 venting).

Nel caso di Sergnano, inoltre, Legambiente ha riscontrato un flaring non acceso che ha sfiatato una nuvola di metano in maniera continua. Problema che ha riguardato non solo i diversi pozzi collegati all’impianto, ma anche la centrale di trattamento e raccolta di idrocarburi Eni di Caviaga e quella di stoccaggio di Cornegliano Ital Gas Storage. Per Andrea Poggio (nella foto) a nome di tutto il Circolo Lodiverde è ora di dire "basta alla sudditanza dalle grandi aziende fossili, aumentando i controlli e obbligandole a spendere in manutenzione degli impianti. È ora di programmare la chiusura progressiva delle grandi centrali elettriche fossili di Bertonico e Tavazzano (dimezzamento al 2030 e chiusura al 2040), così come le più piccole caldaie a metano del teleriscaldamento in centro a Lodi. Dobbiamo prepararci ad una conversione dell’agricoltura di pianura, verso produzioni alimentari di qualità per l’alimentazione umana. Buona cosa invece è la diffusione dell’agrivoltaico". R.Lo.