Giornata europea della depressione: cos'è il Neurocovid e come riconoscerlo

Il 16 ottobre è dedicato alle cure del male oscuro: casi aumentati del 25% con la pandemia

Depressione (immagine di repertorio)

Depressione (immagine di repertorio)

"Con il Covid la depressione è aumentata del 25 per cento”. Il drammatico bilancio viene stilato in occasione della Giornata europea della depressione che ricorre domenica 16 ottobre. La depressione, dunque, ai tempi del Covid è cresciuta el 25%. Lo dice l’Oms e lo conferma l'esperienza dei sanitari italiani. La condizione depressiva ha colpito gli stessi operatori.

L’origine del disturbo depressivo è multifattoriale ma esiste una predisposizione genetica. Oggi si parla di esiti di long covid ed è sempre più evidente che oltre ai sintomi respiratori, molti soggetti siano stati interessati da manifestazioni sintomatologiche e complicazioni multiorgano. Per quanto riguarda per esempio i sintomi psichici, si è evidenziato che, dopo il Covid vi sia stato un aumento delle forme di depressione, ansia, panico e disturbi del sonno.

L’allarme arriva tra i più fragili, coloro che, durante la pandemia, hanno subito di più le restrizioni. Si tratta del Centro Sacro Cuore di Gesù - Fatebenefratelli di San Colombano al Lambro, che ospita malati psichiatrici. I Fatebenefratelli, sulle orme del loro fondatore San Giovanni di Dio, si impegnano a garantire un’assistenza integrale, che pertanto consideri e abbracci tutte le dimensioni della persona umana: fisica, psichica, sociale e spirituale.

Parla il primario di San Colombano al Lambro Danilo Rigamonti, responsabile Unità operativa Riabilitazione Psichiatrica e Psicorganicità: ”E’ stata descritta una categoria diagnostica denominata Neurocovid, che si manifesta con prevalenti disturbi neurologici. Si descrive anche la cosiddetta “brain fog”, cioè nebbia mentale o cognitiva, per definire la condizione che si evidenzia in alcuni soggetti e che si presenta come una sorta di minore efficienza mentale, stanchezza e difficoltà cognitiva. Anche il consumo di psicofarmaci sembra essere aumentato in seguito alla pandemia e molte persone hanno dovuto ricorrere alle cure specialistiche psichiatriche per la prima volta”. Il medico riassume i sintomi della problematica: ”Riduzione del tono dell’umore, inteso come la modalità emotivo - affettiva con cui viene vissuta un’esperienza, che non va confusa con la tristezza o la demoralizzazione o con il lutto, nel senso che non va conferito un significato patologico a condizioni esistenziali consuete nella gran parte delle persone. Inizialmente anche la perdita di interessi e di piacere, senso di inadeguatezza, autosvalutazione e colpa eccessivi, sensazione di sentirsi inutili e di perdita, inappetenza, disturbi del sonno, più frequentemente insonnia, ma anche eccesso di sonno, rallentamento psicomotorio, calo del desiderio sessuale, ridotta capacità di pensare e concentrarsi, pensieri di morte e spesso i familiari notano il ritiro sociale o il rifiuto di occupazioni piacevoli. I sintomi tendono ad essere presenti quasi tutti i giorni, qualcuno evidenzia sintomi fisici e alcune forme di depressione si presentano con episodi di irritabilità e agitazione”. Serve quindi intervenire immediatamente con antidepressivi , ma questo dipende spesso anche dal grado di collaborazione del soggetto. “Nelle forme cosiddette minori, si può anche prevedere un approccio basato sulla psicoterapia, specie nei casi più lievi, non cronici e senza sintomi psicotici” conclude. Paola Arensi