Dalla Virginia a Codogno Medico Usa studia il Covid

William Knaus accompagnato da una studentessa siciliana che vive a Boston ha ascoltato in Municipio i racconti dei primi drammatici giorni del 2020.

Dalla Virginia a Codogno  Medico Usa studia il Covid

Dalla Virginia a Codogno Medico Usa studia il Covid

di Mario Borra

Un medico americano in pensione in “pellegrinaggio” a Codogno per ascoltare e cercare di comprendere cosa è successo tre anni fa, dopo quell’ormai famoso 20 febbraio del 2020, nella comunità locale e della Bassa. Ieri mattina il dottor William Knaus dalla Virginia, accompagnato da una studentessa siciliana che abita stabilmente a Boston, Desirè Del Chiaro, ha ascoltato i racconti del sindaco Francesco Passerini e del vice Raffaella Novati. L’idea è quella di scrivere un libro nel prossimo futuro che riassuma le vicende umane e professionali di chi, in quel periodo, era in prima linea per fronteggiare il Covid. Il professore, che ha operato nelle Terapie intensive di ospedali americani, ha preso appunti, ascoltando la traduzione in inglese della studentessa, e cercando quindi di capire la drammaticità di quei momenti di tre anni fa, da quando Passerini ricevette la telefonata della comunicazione del primo contagio, alle frenetiche riunioni fiume successive a diversi livelli. Emozioni e sensazioni difficilmente traducibili per iscritto, ma che il medico ha annotato con precisione, incalzando di domande il primo cittadino.

È stato riannodato il nastro dei ricordi con l’ordinanza di chiusura di uffici ed esercizi commerciali firmata da Passerini che anticipò di diverse ore l’istituzione vera e propria della “zona rossa” e la creazione della cintura sanitaria controllata da esercito e carabinieri che coinvolse dieci comuni della Bassa per un paio di settimane. Il medico ha cercato di capire l’unicità di quella situazione, approfondendo la tematica della solidarietà e unione della comunità che ha risposto con fermezza e responsabilità a quell’ “uragano” che la investì improvvisamente. Sindaco e vicesindaco hanno parlato dell’organizzazione messa in piedi in pochissime ore senza avere un protocollo fisso nelle mani e soprattutto nessuna esperienza alle spalle. Poi il dolore di vedere tante persone morire ogni giorno e l’esigenza, sofferta, di essere costretto ad aprire alcune chiese per far trovare posto alle bare. Ma anche l’intraprendenza della Protezione Civile, la creazione di radio Zona Rossa e l’impegno di tantissimi codognesi che si trasformarono in volontari.