REDAZIONE LODI

Con il cricket cadono le frontiere In campo nasce la ‘Fratellanza’

Lodi, amichevole tra la Idle e una formazione di migranti di LAURA DE BENEDETTI

La squadra di richiedenti asilo e la compagine di Lodi che si sono affrontate a cricket

Lodi, 18 aprile 2016 - Ieri il ‘battesimo’ con il nome dato alla squadra, Bhai chara (‘fratellanza’ in urdu, lingua di Pakistan e India) Cricket team, e con la prima partita giocata a Lodi, ospite dell’Idle Cricket Club, fondato nel 1988 dai fratelli Riccaboni (farmacia Manfrini) che vanta oggi una formazione con giocatori di diverse nazionalità (4 italiani, 1 inglese, un sudafricano, un pakistano e 5 indiani). Una partita multietnica, vinta dalla squadra di Lodi per 200 a 173, che per il Bhai chara, squadra (più supporter al seguito) di richiedenti asilo provenienti dal Pakistan ospiti del centro di smistamento di Bione (Lecco) gestito dalla fondazione Arca, ha significato una vittoria perché ha avuto il sapore della terra d’origine, del riscatto dalla vita da profugo. «Per noi è una partita molto importante, sono felice e sono molto grato» ha detto Yassen Butt, pakistano, uno dei 12 giocatori più coach giunti a Lodi in bus accompagnati da Massimo Chiodini e Clelia Paratore (infermiera), di Arca. Un evento nato quando Robert Hasson, inglese residente nel Lecchese e da anni nell’Idle di Lodi, vede i profughi giocare con mezzi di fortuna a Bione, procura agli ‘avversari’ l’attrezzatura e organizza la partita. «Se riusciamo organizzeremo un secondo incontro di sabato – dice Carlo Gendarini, presidente della Camera di Commercio di Lodi e dell’Idle, ieri in campo –. Loro erano tutti giovani ma non molto allenati; noi una squadra di dilettanti con diversi 50enni». laura.debenedetti@ilgiorno.net