
Lo psicologo Paolo Crepet lunedì sera sul palco dell’auditorium Tiziano Zalli per il ciclo dedicato ai malesseri giovanili
Lodi – Una sedia (o meglio, uno sgabello), un tavolino e una lampada, questi gli elementi che hanno accompagnato lunedì sera sul palco dell’auditorium Tiziano Zalli lo psicologo, sociologo e narratore, Paolo Crepet. Ottocento i presenti (posti tutti esauriti) per la serata conclusiva del ciclo Alert Malesseri Giovanili, organizzato dalla Compagnia della Solidarietà. Un incontro intitolato “Mordere il Cielo”, che richiama il libro in cui lo psicologo stesso esorta i lettori a ribellarsi a indifferenza, cinismo, paura di esprimere le idee e "contro l’anestesia dell’anima di fronte a una vita dove l’importante è godere dei privilegi e del benessere materiale".
Tanti i momenti di risate, ma anche di riflessioni profonde, di storie e vicende personali, tutto con un’ottica sul futuro dei giovani e sui rapporti – spesso incrinati - tra loro e gli adulti. Crepet ha infatti toccato diverse tematiche, non senza un pizzico di polemica e partendo proprio da spunti della sua stessa vita, tra amori mancati, incidenti gravi, storie familiari e citazioni di grandi donne e uomini che hanno vissuto ecletticamente "questa vita, che alla fine non è altro che un gioco. E questo gioco a volte finisce in maniera strana, però poi si impara, si va avanti e si scopre che la vita, quindi il gioco stesso, insegna a passare oltre i limiti che ci siamo imposti".
E, se è vero che la vecchiaia porta consiglio, sono proprio i giovani a dover "imparare a vivere giocando, sbagliando e perdendo. Perché Sinner è bravo? Perché ha perso. Per vincere si deve perdere", e partendo proprio dalla sconfitta Crepet ha tenuto a sottolineare l’importanza nel lasciare liberi i figli, anche di perdere e farsi male.
"Ci sono momenti che durano pochissimo, ma che sono fondamentali – ha aggiunto –. Bisogna fare azzardi. Però li devi fare tu. Se c’è qualcuno che li fa o li vive al posto tuo, vuol dire che qualcosa è andato storto. A volte c’è bisogno solo di un leggero colpo di vento per far andare la barca. Il vento c’è, deve solamente gonfiare le vele. Ecco perché i bambini devono giocare e cadere dalla bicicletta. Ed ecco perché la comfort zone che voi genitori spesso create ai vostri figli è una cosa barbarica".