
“Sto cercando di fare il mio piccolo contro questa pandemia (...)”:così Alessandro Carabelli, il ricercatore italiano che fa parte della squadra di scienziati di Cambridge, conosciuta per aver scoperto la variante inglese (B.1.1.7), ha introdotto l’incontro con i ragazzi di terza dell’istituto Sacra Famiglia di Cremona.
Lo scienziato si è collegato su una piattaforma online con i giovani per conversare e chiarire la particolare situazione in cui si trova la maggior parte del nord Europa. Nella lezione, avvenuta all’inizio di gennaio, i ragazzi sono stati coinvolti in un intrigante dialogo: il ricercatore ha spiegato scientificamente cos’è la variante inglese, il suo ruolo in questa attuale pandemia mondiale e l’importanza del rispetto delle disposizioni attribuite dallo Stato a noi cittadini. Lo studioso ha usato come esempio il lavoro dei monaci amanuensi per far comprendere le mutazioni del virus SARS-COV-2 nella variante inglese. Il ricercatore ha usato come esempio il lavoro dei monaci amanuensi per far comprendere maggiormente la modalità di contagio della B117: la diffusione di questa mutazione è comparabile alla laboriosa tecnica dei maestri amanuensi, che copiavano a mano i testi degli antichi libri che senza di loro sarebbero andati perduti. Durante la riscrittura i monaci commettevano degli errori e delle imprecisioni, così il virus è mutato diventando più trasmissibile e contagioso.
“La cosa che rende bella la mia ricerca è il fatto di essere parte di un team dove ci sono altri ricercatori che hanno la mia stessa passione.” Queste sono state le parole con cui ha descritto il suo gruppo di lavoro.
Alla fine del confronto, Carabelli, ha avuto la possibilità di rispondere a numerose domande tra cui “Quando scopri qualcosa di nuovo cosa provi?” E la sua risposta ha colpito molto i ragazzi di terza: “È incredibile, veramente incredibile. Tante volte mi sono commosso sapevo che non c’era nessuno sulla terra che stava facendo lo stesso esperimento oppure nessun’altro sulla terra che sapesse che io ero in quel laboratorio minuscolo a fare quell’esperimento. Ero dominato dal pensiero di fare una cosa che era unica, e che ti rende unico”. La sua risposta ha suscitato molto interesse fra gli studenti di terza media, che hanno voluto esprimere la loro opinione personale: “Non mi aspettavo questa risposta: credo che si provi la stessa emozione quando si scopre qualcosa di nuovo! Ho sperimentato questa sensazione quando ho affrontato situazioni di grande fatica dove ho dovuto rinunciare a qualcosa che per me era importante, ma che dopo mi hanno soddisfatto e portato a grandi risultati”.
Alla fine dell’interessante discussione lo scienziato ha ringraziato per l’attenzione che gli alunni hanno riservato per la sua esposizione e per le numerose domande che gli sono state poste. Gli studenti hanno contraccambiato il favore, ringraziandolo per il tempo impiegato e per l’importante lavoro che sta svolgendo per il mondo.