CARLO D’ELIA
Cronaca

Nel Covid hotel vuoto di Lodi Vecchio: "Una sfida vinta"

Per due mesi la struttura che prima ospitava i migranti ha accolto tanti pazienti. "Per fortuna l’emergenza sembra essere finita"

L’arrivo di un paziente al “Covid Hotel“ di Lodivecchio lo scorso novembre

Lodi, 9 febbraio 2021 - Per quasi due mesi ha accolto decine di pazienti Covid positivi che non potevano tornare a casa per concludere il periodo di isolamento. Il Lodivecchio hotel di via Nazioni Unite, negli anni precedenti il più grande centro migranti del territorio, è stata una delle poche strutture ad aver ottenuto l’ok dall’Ats della città metropolitana per diventare un Covid Hotel con 25 stanze singole a disposizione e pochissimi spazi comuni. Questa nuova esperienza, sotto la guida della cooperativa Il Melograno di Segrate, si è conclusa poco prima di Natale, con l’ultimo paziente dimesso.

I primi tre pazienti erano arrivati il 9 novembre, poi il picco della seconda ondata era stato raggiunto dalla struttura nell’ultima settimana di novembre. Da quel momento un calare costante dei casi e il rientro lento della fase più acuta dell’emergenza, soprattutto in termini di nuovi contagiati nell’area tra Milano e Lodi. E così l’albergo situato nella zona industriale di Lodi Vecchio è tornato a essere vuoto da poche settimane. Tra i primi a credere nel progetto è stato il sindaco di Lodi Vecchio Osvaldo Felissari. "È stata una sfida vinta - spiega il primo cittadino -. Da mesi stavamo lavorando a questo progetto per mettere a disposizione alla comunità le strutture del nostro territorio. Per fortuna ora l’emergenza sembra finita, ma siamo pronti a riaprire tutto nel caso ci venisse richiesto". L’idea di una struttura del genere, come quelle poi aperte durante la scorsa primavera a Milano, era già nella mente del sindaco Felissari a fine marzo 2020 quando era il Lodigiano a essere il centro della pandemia in Italia. Poi l’iniziativa era rientrata. "Ne avevo parlato con il sindaco di San Martino in Strada e con quello di Montanaso - dice Felissari -. La pandemia ci ha messo davanti a una dura prova".