
L'interno della struttura quando ospitava migranti
Lodi Vecchio (Lodi), 12 aprile 2020 - Da centro d‘accoglienza a hotel per i pazienti dimessi dagli ospedali ma ancora positivi al Covid-19. L‘Alpa hotel di via Nazioni Unite a Lodi Vecchio, che fino a pochi mesi fa ha accolto una sessantina di migranti (è stato il centro per richiedenti asilo più grande del Lodigiano), vuoto da fine novembre, potrebbe diventare la prima struttura del territorio a dare un contributo per gestire l‘emergenza sanitaria del coronavirus. I contatti sono costanti negli ultimi giorni tra i Comuni (Lodi Vecchio, San Martino in Strada e Montanaso) ma anche con Prefettura e Ats della Città metropolitana, gli enti che dovranno concedere il via libera.
L‘obiettivo è gestire i Covid positivi che non possono fare la quarantena a casa per problemi di spazi, con rischi enormi di contagiare la famiglia. Per questo da giorni i sindaci Osvaldo Felissari di Lodi Vecchio, Luca Ferrari di Montanaso e Andrea Torza di San Martino in Strada, sono a lavoro con altri colleghi per portare avanti un progetto coeso di tutta la provincia. "Da qualche settimana stiamo lavorando per garantire un’accoglienza diffusa di pazienti Covid-19 in via di guarigione - spiega il sindaco di Lodi Vecchio, Osvaldo Felissari -. L‘idea è subito piaciuta anche al prefetto di Lodi Marcello Cardona che ci ha invitato a rafforzare il piano. Serviranno risorse pubbliche per sostenere questo tipo di iniziative. Serve uno sforzo da parte di tutti".
A Lodi Vecchio, all’Alpa Hotel di via Nazioni Unite, da qualche giorno si sono conclusi i lavori di ristrutturazione e di sanificazione. Inoltre pochi giorni fa ci sono stati due sopralluoghi tecnici. Quello decisivo è atteso per mercoledì e potrebbe permettere di accogliere i primi 25 pazienti. In fase di valutazione anche l‘utilizzo a San Martino di 40 camere del motel Silk sulla via Emilia. "Bisogna dare risposte immediate al dopo emergenza - aggiunge -. Dai medici di base siamo sempre informati e sappiamo che tanti pazienti, ex malati in ospedale, sono in via di guarigione. I cittadini dimessi ancora positivi spesso non hanno una casa dove trascorrere in sicurezza il periodo di quarantena. Se tornano nelle abitazioni mettiamo a rischio anche i familiari. I casi aumenteranno nei prossimi giorni, lo sappiamo bene e non possiamo farci trovare impreparati. Tutto il Lodigiano insieme può dare una risposta importante".