LAURA DE BENEDETTI
Cronaca

Coronavirus, il racconto di Roberta: "I miei tre figli a casa e io faccio i salti mortali"

Assistente parlamentare alla prese con lo smartworking, lezioni sul web ma anche momenti di svago

Roberta Morosini, 45 anni, vive a Boffalora d’Adda ma lavora anche a Roma

Lodi, 7 marzo 2020 -  «Ogni tanto la sera picchierei la testa contro il muro: non è facile, con un solo pc portatile, lavorare da casa e gestire tre figli di 8, 11 e 14 anni, accedendo a tre diversi registri elettronici scolastici, cercando di far seguire loro le lezioni da casa. Però non mancano i momenti divertenti, come il pigiama party sul divano letto della sala o il club di lettura". Roberta Morosini, 45 anni, è una delle donne che, oltre a gestire il lavoro e la casa, si devono improvvisare anche docenti: una lotta impari. Collaboratrice parlamentare tre giorni a settimana a Roma, non appena è scoppiata l’emergenza coronavirus ha avviato lo smartworking da casa: sia per la prevenzione del contagio, lei che arriva da Boffalora d’Adda, sia per gestire i tre figli che, ormai, da due settimane, sono a casa da scuola, mentre il marito lavora a Milano.

«Il lavoro a distanza è complicato, a Roma si stanno accumulando cose che devo comunque svolgere là – afferma –. Ma la parte più difficile è sostituirsi alle insegnanti e far seguire la didattica ai ragazzi, che si reputano in vacanza. La primogenita, in prima liceo, devo rincorrerla con la frusta: il registro non è semplicissimo e si deve andare a caccia delle materie. Inoltre i professori caricano link di video da YouTube: mia figlia li scarica sul telefonino e poi usa la scusa delle lezioni per stare su Tik tok, derogando ai tempi contigentati che le do per l’uso dello smartphone. Il piccolo, che deve completare schede di italiano, giochi matematici o di inglese, si inventa un malanno ogni volta che apro il registro elettronico: un giorno non può scrivere per un dito sanguinante, un altro sostiene di non riuscire a leggere direttamente dallo schermo, sapendo che ho la stampante fuori uso. La seconda, più diligente, in prima media, invece, sogna le lezioni online. I professori stanno facendo il possibile per evitare che tornino a scuola con dei buchi enormi nel programma ma non tutti a casa hanno pc o possono seguire i figli e inoltre come Paese non siamo attrezzati per la didattica a distanza. Comunque è un momento di emergenza e siamo tutti chiamati a fare la nostra parte".

I ragazzi hanno dovuto rinunciare agli scout, ma in casa non mancano i momenti creativi: "La secondogenita si è inventata il club di lettura e ci assegna testi e pagine da leggere. L’ultimo ha creato il giornale “Il corriere“ a suo nome, nominandosi direttore: ha detto che lui scriverà l’editoriale per spiegarne il senso. Intanto chiama a Roma degli amici giornalisti e commisiona articoli, ad esempio sul centenario di Rodari, e loro stanno al gioco. Proprio perché sono delle “firme“ mio figlio ha già deciso che il prezzo del primo numero della rivista, di cui sono editrice, salirà da 2 a 3 euro".