PAOLA ARENSI
Cronaca

Coronavirus, lezioni a distanza e il Decamerone 2.0 per affrontare la quarantena

Le scuole lodigiane attivissime e creative anche in remoto, nonostante le lezioni siano ancora sospese. I bambini più piccoli mandano disegni alle forze dell'ordine

I disegni per la polizia

Lodi, 29 febbraio 2020 - Quando i ragazzi non possono raggiungere la scuola è la scuola a raggiungere i ragazzi. E durante l’emergenza lodigiana portata dal Coronavirus, gli insegnanti non si stanno risparmiando in quanto a fantasia.

C’è chi, nella zona rossa, ad esempio, come il liceo Novello di Codogno, ha aperto la strada alla didattica in remoto: lezioni a distanza in diretta e in differita e interrogazioni da remoto con Skype per 700 studenti e docenti, con i professori che mettono a punto un programma tramite il registro elettronico o la Google Classroom, inviando materiale didattico e indicazioni per lo studio e l’approfondimento. Ma c’è anche chi, a Lodi, crede che raccontarsi storie sia un modo per sopravvivere alla paura e anche alla quarantena, come durante la peste del 1348 accadde ai protagonisti del Decamerone. "Forse addirittura con qualche accorgimento in più, visto che ai tempi del Coronavirus non è neanche possibile assembrarsi in un luogo di campagna come fecero i giovani narratori del Boccaccio. Oggi infatti ci aiuta la tecnologia. E allora le storie raccontiamocele su Whatsapp con una #decameronchallenge"” spiega Laura Tagliaferri, una giovane insegnante della media Spezzaferri di Lodi, che ha inventato un modo per coinvolgere i suoi studenti durante le giornate di chiusura delle aule e proseguire così l'insegnamento a distanza.

“Nella chat della classe ogni giorno io lancio il tema vero della giornata del Decameron: oggi per esempio è quella degli amori a lieto fine. Racconto prima una novella di Giovanni Boccaccio e lascio poi agli studenti la possibilità di inventare una storia per ciascuno, su quel tema. Il passo successivo è condividerla tramite messaggio vocale" chiarisce. La migliore storia della giornata sarà premiata con una nota positiva. Nessun limite alla fantasia: "Unico paletto è la cura per la struttura narrativa e per l'esposizione, che deve essere quasi recitata" sottolinea l’insegnante. Qualcuno si è imbarazzato ma tutti si sono scatenati per partecipare: "I più timidi hanno chiesto di mandare il proprio elaborato per iscritto e ho accordato il permesso per non frenare la loro fantasia" specifica. “Sconfiggiamo la noia, un messaggio vocale possono davvero inviarlo tutti, senza nemmeno essere costretti ad avere Internet e computer a portata di mano, cosa che non è possibile per tutti” aggiunge.

“Il primo giorno erano solo 5 i ragazzi che avevano deciso di partecipare, poi, a raffica, sono arrivati tutti gli altri. Con delle sorprese: uno studente dislessico ha incantato tutti scegliendo il filone degli animali: ha elaborato favole esopiche che avrebbe avuto difficoltà a mettere per iscritto, ma che in forma orale hanno emozionato. Qualcuno ha anche raccontato di sé”. E la conclusione “ai tempi del Coronavirus "i ragazzi sono informatissimi, conoscono i numeri e leggono molti articoli: il compito di noi insegnanti è anche quello di aiutarli a capire, facendoli riflettere sulle fake news che girano in rete". Al termine della challenge non ci saranno voti in numeri, ma note di merito rigorosamente segnate sul registro elettronico. Perché all'insegnamento digitale eravamo già stati sollecitati prima dell'emergenza”. spiega. E chissà che quest'idea non diventi uno spettacolo teatrale, nella speranza di tornare presto tra i banchi di scuola" conclude.

Nicolò ha disegnato il Coronavirus
Nicolò ha disegnato il Coronavirus