
I manifesti funebri in una strada di Codogno. Al cimitero situazione al limite
Codogno (Lodi), 14 marzo 2020 - Il cimitero è al limite del collasso, con la camera mortuaria che fa fatica contenere i feretri in attesa di tumulazione. E ieri, per dare una mano al personale comunale, sono arrivati pure un paio di volontari della Protezione Civile. Ma non solo: dopo i primi giorni di apertura normale con il passaggio dei pedoni da una porta laterale, è stato deciso di chiudere il camposanto oggi e domani e di tenerlo sbarrato anche tutti i pomeriggi dal lunedi al venerdì (aperto dunque solo al mattino). "Abbiamo dirottato altro personale dell’ufficio tecnico al cimitero per dar manforte ai due addetti solitamente impiegati che però non riescono ad affrontare il ritmo incessante delle tumulazioni", ha spiegato l’assessore alle Manutenzioni, Severino Giovannini. È la drammatica realtà di questi primi 22 giorni di emergenza che ha stravolto completamente la vita dei comuni della Bassa.
D’altronde, i funerali non sono più ammessi se non in forma strettamente privata. La maggior parte dei feretri arriva direttamente ai cimiteri, dove la salma viene tumulata dopo una breve benedizione. Sui manifesti funebri non viene nemmeno indicata la data della breve cerimonia per evitare assembramenti. E le cifre delle persone che non ce l’hanno fatta sono impietose: solo in queste due settimane di marzo, soprattutto nella fascia dei comuni dell’ex zona rossa, sono ben oltre 110 i decessi.
«Sempre più spesso sentiamo che è venuto meno qualcuno che ci era noto, di cui non ci aspettavamo il decesso, e ci sembra impossibile che ci abbia lasciato in una maniera così repentina – ha sottolineato il parroco don Iginio Passerini –. Siamo vicini alle famiglie che hanno perso i loro cari, talvolta senza avere la possibilità di essere loro accanto: siamo solidali con loro per lo strazio di un congedo dalla comunità umana senza il conforto delle esequie. Il vissuto di fede è stato stravolto, perché qualunque iniziativa pastorale e qualunque celebrazione è stata azzerata". Anche il sindaco Francesco Passerini non si dà pace. "Sono morte tante persone, molte delle quali avevano svolto anche un ruolo importante per la comunità. Quando tutto sarà finito, ricorderemo chi non c’è più con una sorta di cerimonia laica". Intanto, ieri la Polizia Locale ha girato per le strade invitando con l’altoparlante la gente a stare in casa.
«Il numero dei contagi in calo ci lascia respirare, ma noi di Codogno tratteniamo ancora il fiato perché non è finita. Siamo partiti prima rispetto agli altri con le misure per contenere il virus e i miei cittadini ormai le hanno metabolizzate: è diventato quasi normale mantenere le distanze, evitare di salutarsi con il contatto fisico, igienizzare ogni cosa, ma bisogna continuare così perché la strada non è breve", ha ribadito il primo cittadino. L’amministrazione comunale sta pensando di blindare i parchi pubblici con una specifica ordinanza così come per i mercati settimanali, tenuto conto che, in teoria, gli alimentaristi potrebbero esporre il proprio banco.
"Stiamo verificando la fattibilità di sospendere tutto e di non permettere l’accesso ai parchi pubblici", ha detto il primo cittadino che attende però un margine di manovra normativo. "Istituzione per la nostra provincia di una zona economica speciale, la defiscalizzazione per privati e aziende, la defiscalizzazione del lavoro straordinario e un fondo di investimento per i nostri comuni": i dieci sindaci dell’ex zona rossa si sono rivolti di nuovo al presidente del consiglio Giuseppe Conte in merito al decreto al vaglio del governo per dare un aiuto economico alle aree in sofferenza. © RIPRODUZIONE RISERVATA