Codogno, il giorno del vaccino anti-Covid: dalle 15 le prime iniezioni

Nella stanza dell'ospedale dove si scoprì il paziente 1. Il presidente dei medici di base: inserire subito anche i liberi professionisti

Oggi è il V-Day

Oggi è il V-Day

Codogno (Lodi), 27 dicembre 2020 - Le prime fiale di vaccino anti-Covid partiranno dall’Ospedale Niguarda, dove sono state conservate in crio box, poco dopo le 10. Intorno alle 11 arriveranno una cinquantina di dosi all’ospedale di Codogno dove gli esperti prepareranno le fiale per le prime iniezioni che si effettueranno a partire dalle 15. E’ tutto pronto per il Vaccine Day. Nella stessa stanza dove lo scorso 20 febbraio venne eseguito il tampone con cui fu accertato ufficialmente il primo caso di coronavirus in Italia del 38enne Mattia Maestri (che salì poi alla ribalta delle cronache come il ‘paziente 1’), oggi verrà fatto il primo vaccino anti-Covid.

I primi a sottoporsi all’immunizzazione saranno tre operatori che rappresentano l’impegno e la battaglia di medici e personale sanitario contro l’epidemia: si tratta di un’infermiera dell’equipe dello stesso reparto di Rianimazione, al momento vuoto in quanto a gennaio partiranno i lavori di ristrutturazione - ci sono però quattro letti di terapia intensiva in Pronto soccorso -, del primario del Pronto soccorso Stefano Paglia e del direttore dell’Asst di Lodi, Salvatore Gioia.

Tra i primi vaccinati di oggi ci sarà anche Massimo Vajani, presidente dell’Ordine dei medici di Lodi ma anche medico di base, sempre in prima linea e tra i primi a denunciare le enormi difficoltà con cui i medici di famiglia del Lodigiano sono stati costretti ad affrontare la prima ondata dell’emergenza sanitaria. Una lunga battaglia con Regione Lombardia per chiedere ai medici in trincea di garantire mascherine e camici. Vajani, che in questi mesi non ha mai abbassato la guardia, ha saputo dell’arrivo della sua dose di vaccino anti-Covid una settimana fa.

«La decisione di vaccinare per primi noi medici di famiglia è stata svelata solo una settimana fa - dichiara Vajani -. Giusto partire da Codogno: siamo in un momento molto importante di questa pandemia. Il vaccino anti-Covid è l’unica arma che abbiamo contro questo virus che ci sta tormentando da quasi un anno. Sono convinto che bisognerebbe allargare la fetta di vaccinazione anche per i medici liberi professionisti, come gli odontoiatri, che al momento sono esclusi. Si tratta di operatori che sono a rischio come tutti gli altri".

Il presidente dell’Ordine dei medici di Lodi è d’accordo con la dura presa di posizione dell’infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli, che nei giorni scorsi ha invocato sanzioni per il personale sanitario che sceglie di non vaccinarsi. "Sono d’accordo con la presa di posizione di Galli, anche se la sua è una posizione forse un po’ estrema - sottolinea Vajani -. Sono convinto che vaccinarsi in questo momento debba essere un obbligo, almeno morale. È l’unica cosa che noi medici possiamo fare per mettere fine a questa pandemia. Ora toccherà a noi medici di famiglia insistere con i nostri pazienti per arrivare una vaccinazione di tutti i cittadini. Bisogna spiegare a tutti che il vaccino è davvero l’unica arma che abbiamo e che dobbiamo sfruttarlo per mettere fine alla pandemia. Siamo in una fase molto delicata e importante. Possiamo farcela".

A fine gennaio - questa l’assicurazione del Governo - partirà la seconda fase. Il piano del ministro della Difesa, il lodigiano Lorenzo Guerini, prevede che appena disponibili i vaccini di tipo “cold“ delle altre case farmaceutiche (in primis Moderna, ma non solo), le forze armate in base alle indicazioni fornite dal commissario straordinario saranno impegnate nel trasporto logistico su tutto il territorio nazionale. L’hub principale, per lo stoccaggio delle dosi, sarà l’Aeroporto di Pratica di Mare da dove partiranno per raggiungere i 21 “Sub Hub“, strutture militari dislocate in tutte le Regioni che garantiscono le necessarie misure di sicurezza. Da qui partiranno per essere consegnati ai siti di somministrazione. Il piano prevede l’utilizzo di 11 aerei, 73 elicotteri e oltre 360 autoveicoli. L’organizzazione logistica contempla anche l’utilizzo degli shelter frigo in dotazione alla Difesa.