Ospedale di Codogno, esplode la protesta

Presidio davanti al municipio prima del consiglio comunale

Ospedale di Codogno

Ospedale di Codogno

Codogno, 25 aprile 2018 - L'ospedale rischia di trasformarsi in una scatola vuota. Piovono critiche in queste ore dopo l’escalation di chiusure e penurie di personale che sta falcidiando il nosocomio codognese. Domani sera, prima del consiglio comunale delle 19 si terrà un presidio di protesta davanti al municipio, mentre in aula si affronterà la discussione sulla base di quattro tra mozioni e interrogazioni. «Noi chiederemo che si attivi immediatamente la commissione per le politiche sociali in modo che possa seguire la situazione e, se occorre, convocare i vertici dell’Asst e i sindacati. Inoltre chiediamo che il direttore generale venga in consiglio per essere sentito in audizione»- ha sottolineato Mario Zafferri, consigliere comunale di Codogno Insieme 2.0.

«Cè il significativo rischio di chiusura- attacca Giovanni Barbaglio, consigliere comunale di minoranza di Liberi e Uguali- Nello stesso tempo arrivano però ancora, incredibilmente, promesse e garanzie da regione Lombardia. Sono rassicurazioni inutili che si discostano dalla realtà e non fanno altro che creare rabbia. Se si fossero concretizzate tutte le promesse fatte negli ultimi due anni, oggi l’ospedale di Codogno godrebbe di ottima salute». Per Barbaglio non è più tempo di promesse. «È il solito ritornello: a parole arrivano rassicurazioni ma nei fatti chiudono i reparti. Il gioco è ormai chiaro e non funziona più. Ora a terminare è il servizio di pronto soccorso pediatrico: a pagarne le spese i tanti cittadini che non potranno più usufruire di questo servizio. Ci assicurano che l’ospedale di Codogno rimarrà un polo per acuti, ma il rischio è quello di renderlo un contenitore buono solo per le statistiche». Per Patrizia Baffi, consigliera regionale del Pd, il futuro del reparto di Maternità sem»a segnato. «Senza il medico pediatra si pone fine inesorabilmente al punto nascite e a ogni speranza di riapertura- spiega Baffi-. Anche l’ipotesi formulata di recuperare medici ginecologi da altre realtà è sempre parsa difficilmente perseguibile».

Per la consigliera regionale, nonché esponente consiliare a Codogno, occorre «fare lo sforzo per promuovere davvero un progetto territoriale che ripensi il futuro della sanità nel Lodigiano . La riabilitazione cardiologica ad esempio, scritta nel Piano organizzativo aziendale come impianto del presidio di Codogno e più volte declamata dalla direzione generale anche al fine di fermare la fuga dei pazienti fuori regione, che fine ha fatto? Accolgo con favore la volontà dell’ assessore regionale al Welfare Giulio Gallera di venire a illustrare al territorio il progetto per il futuro perché è davvero ora di dire con chiarezza quale è il disegno e il futuro dei nostri ospedali. I cittadini meritano chiarezza». Critico anche l’ex sindaco di Codogno, Emanuele Dossena, esponente di centrodestra. «Ci sono stati errori nella programmazione. Se è vero che non si trovano ginecologici disponibili, è altrettanto vero che il problema non nasce né oggi né ieri, ma probabilmente la questione affonda le radici negli ultimi anni».