Codogno, riorganizzazione dell’ospedale: le proteste non si placano

Il sindacato Fisi denuncia: in Medicina mancano tre infermieri e due operatori socio sanitari. Il direttore generale Gioia annuncia un sopralluogo il 10 gennaio per illustrare le mosse dell’Asst

Sull’ospedale di Codogno si concentrano le attenzioni di sindacati e cittadini

Sull’ospedale di Codogno si concentrano le attenzioni di sindacati e cittadini

Codogno (Lodi) - Il nodo del futuro dell’ospedale di Codogno infiamma anche l’inizio dell’anno nuovo dopo le polemiche degli ultimi giorni del 2022 soprattutto in merito alla questione della riapertura del reparto di Oncologia per il quale è stato utilizzato anche personale di Medicina che dunque, secondo i sindacati, sarebbe un’operazione fatta “in deficit”.

L’Asst di Lodi venerdì scorso ha già dettagliatamente spiegato in una nota che per Medicina i numeri parlano chiaro e che le unità lavorative presenti superano di gran lunga gli standard richiesti (ventisette risorse contro le sedici unità previste dai protocolli), ma l’operazione di chiarimento e di informazione evidentemente non finisce qui visto per il prossimo 10 gennaio è previsto un sopralluogo al nosocomio di viale Marconi del direttore generale Salvatore Gioia durante il quale saranno presentate le attività che interesseranno per i prossimi mesi la struttura ospedaliera.

La necessità di un intervento diretto dei vertici di Asst per spiegare in maniera minuziosa le prossime mosse è anche dettato dal fatto che sul presidio di Codogno si stanno focalizzando attenzioni da più parti: i sindacati in primis (ieri Fisi ha attaccato ancora sulla questione della mancanza del personale) e pure il Comitato Civico Ospedali Codogno-Casalpusterlengo. In un volantino, ieri, il sindacato Fisi ha posto di nuovo l’attenzione sulla penuria di personale in Medicina ("mancano tre infermieri e due operatori socio sanitari ed i carichi di lavoro sono pesanti") mentre le voci su un’eventuale riapertura di Ortopedia, se fossero vere, porterebbero solo un servizio monco ed incompleto. Il Comitato è invece critico sull’apertura del reparto di Oncologia (dopo la chiusura a Casalpusterlengo nel periodo della pandemia Covid) classificato a bassa intensità. "I reparti di Oncologia sono solo di alta intensità oppure non sono - attaccano gli esponenti del gruppo -. Definirlo a bassa intensità è solo una presa in giro ed è inconcepibile per i pazienti che da tre anni attendono la riapertura del reparto così come l’avevano conosciuto. Riportare il reparto a Codogno serve solo ad esacerbare il campanilismo tra ospedali ed a continuare a garantire a Codogno lo status di ospedale per acuti: servirebbe invece una maggior collaborazione".