Codogno: carbonizzato nella baracca, si cerca chi possa dare un nome alla vittima

Ancora senza nome il corpo trovato in viale Manzoni. L’ipotesi prevalente al momento resta quella di una tragica fatalità

Sopralluogo dei carabinieri sul luogo dell'incendio

Sopralluogo dei carabinieri sul luogo dell'incendio

Codogno (Lodi) - Il corpo carbonizzato, dal gomito in giù, dell’uomo trovato senza vita in una baracca privata di via Manzoni a Codogno è ancora senza nome. Il sospetto è che la vittima sia un uomo di circa 60 anni di origine romene che si aggirava in zona da tempo insieme ad un altro clochard. Il magistrato ha disposto lo spostamento della salma alla Camera mortuaria di Pavia, Istituto di Medicina legale, dopo che la scientifica dei carabinieri, sul posto insieme ai militari della compagnia di Codogno, ha eseguito tutti i rilievi necessari. Sarà eseguita l’autopsia per chiarire le cause del decesso.

Ieri si era in attesa che venisse affidato l’incarico a un medico legale. La speranza è che qualcuno cerchi questa persona per poterle dare un nome e degna sepoltura. Il corpo è stato trovato a terra. Da capire se l’uomo sia morto per il fuoco, per il fumo o per altro. E se perché cercava di scaldarsi. La mancata fuga allo scoppio dell’incendio lascia infatti supporre che, almeno inizialmente, il malcapitato non si sia accorto del rogo. L’ipotesi che resta più attendibile è che la vittima avesse cercato riparo nella baracca di legno di circa 20 metri quadrati un tempo ricovero per conigli e oggi in disuso. Non si sa se con altri senzatetto.

L’area si trova in mezzo alla vegetazione, in un campo, nell’area di rispetto del cimitero di Codogno e poco lontano dalla chiesa di Caravaggio. C’è un lembo di terreno di circa 200 metri in cui sono presenti diverse casupole, alcune su aree della curia e quella in cui è avvenuta la tragedia, che è di proprietà privata. In zona era già stato segnalato andirivieni di clochard e ora gli inquirenti suppongono che la vittima sia uno di loro. Stanno controllando tra “vecchie conoscenze” nella speranza di dare un nome. Sabato sera, per consentire lo spegnimento del rogo, che inizialmente aveva fiamme alte circa 7 metri e ha letteralmente divorato e fatto implodere la casupola, la polizia locale ha bloccato la strada.

Intanto i vigili del fuoco di Casale hanno spento l’incendio. Ieri mattina i militari e i pompieri sono tornati sul posto per nuovi accertamenti alla luce del giorno. Il nucleo investigativo antincendio territoriale di Milano è stato in viale Manzoni dalle 9.30 alle 11.30. Sembra che, smantellando l’area, siano emersi una fisarmonica, una latta, alcol con cui probabilmente era stato alimentato un fuoco per scaldarsi e cognac.

Questo farebbe andare sempre di più verso l’ipotesi del tragico incidente. Sarà comunque cercato ed eventualmente sentito un conoscente della vittima che sembra frequentasse la zona insieme a lui. "Ringrazio chi è intervenuto prontamente – ha dichiarato il sindaco Francesco Passerini – Poi abbiamo saputo del rinvenimento del corpo e sono cose che non fanno mai piacere. Ora bisogna capire cos’è successo ma so che Procura e forze dell’ordine si sono impegnate da subito su questo fronte e ci affidiamo a loro. Poi, a iter terminato, se la famiglia non si farà avanti o non ci sarà identificazione, penseremo noi ai funerali della vittima attingendo al fondo per i funerali di povertà".