PAOLA ARENSI
Cronaca

Circo attaccato dagli animalisti, ma la giovane circense si difende: “Solo cura e amore per gli animali, venite a vedere”

A Lodi l’artista circense Genoveffa Marino dà battagli agli stereotipi: “Dai controlli fino ai trasferimenti di pochi chilometri per non stressare lo zoo: gli animali sono parte della famiglia”

Da sinistra Tamara Majocchi, animalista di Lodi, con la circense Genoveffa Martino

Da sinistra Tamara Majocchi, animalista di Lodi, con la circense Genoveffa Martino

Lodi – “Ci accusano di maltrattare gli animali al megafono, ma questo è un reato! Per noi sono parte della famiglia e di un’azienda: stressarli, oltre che spregevole, sarebbe anche controproducente! Basta stereotipi!”. A parlare è Genoveffa Marino, classe 1984, una circense arrivata a Lodi che invita a una riflessione sull’eterna lotta tra circo e animalisti: “Non tutti i circhi sono ‘lager’, nei tendoni c’è anche cura e molto amore”.

L’artista, in questi giorni, si è aperta all’esterno nonostante una manifestazione animalista contro la presenza di animali nella sua attività e ha persino accolto l’attivista Tamara Majocchi, di Lodi che dopo aver organizzato con il Fronte animalista news la protesta del 26 novembre 2024, ha voluto vederci chiaro scoprendo, alla fine, che “non si deve fare di tutta l’erba un fascio”.

Il circo Africa, attualmente a Lodi, dà lavoro a 50 persone, tra titolari, artisti e collaboratori. “Le leggi per il divieto dell’utilizzo degli animali nei circhi sono in fase di approvazione”, spiega Majocchi. “La legge delega 13 luglio 2022, numero 125, ha delegato al Governo il compito di riordinare la materia dello spettacolo, introducendo il graduale superamento dell’utilizzo degli animali nei circhi e negli spettacoli viaggianti (già introdotto in altri paesi europei, ndr). La legge è entrata in vigore il 14 luglio 2022 e prevede che, a partire da tale data, i circhi e gli spettacoli viaggianti non possano più far riprodurre i propri animali e non possano acquisirne di nuovi”. Ora si discute il decreto attuativo che stabilirà le modalità di attuazione del divieto.

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L’artista circense intanto si difende: ”La manifestazione di Lodi mi ha molto delusa. Non ho visto persone cercare di sensibilizzare per la propria causa, cioè quella di scegliere un circo senza animali, nel rispetto del lavoro altrui. Ma solo sconosciuti che insultavano circensi e pubblico. Ho sentito parole irrispettose”. E poi il rammarico: ”Ho sentito accuse pesanti verso di noi, ho sentito dire ai bambini che noi picchiamo gli animali. Ma questo è un reato, pena la galera e quindi se qualcuno ha ragione di accusare, deve avere le prove. Altrimenti non deve parlare a un megafono”.

Figlia di trapezisti, attaccata a Lodi dagli animalisti, la donna racconta la propria storia di sacrifici:” Non ho sempre avuto un mio circo. Mia madre è nata nel circo e mio padre ha scelto di seguire il circo a soli 13 anni. Io sono la seconda di 3 figli. Tutti artisti, ma non solo amministratori, bensì operai, guardiani, pubblicitari etc. Facciamo un po' tutto e giriamo tutto l’anno per coprire le spese. Una famiglia che ha sempre lavorato insieme”.

Gli spazi allestiti dal circo Africa a Lodi
Gli spazi allestiti dal circo Africa a Lodi

Quando avete realizzato il sogno di avere un circo tutto vostro e perché con animali?

“Nel 1999. Inizialmente il nostro zoo si componeva di rettili, cagnolini e pappagalli. Poi, negli anni, abbiamo incrementato, con animali sempre più particolari. La tradizione circense é fortissima. La passione per gli animali c'è e nonostante tutto, si difende. Fanno parte delle nostre famiglie da generazioni. Gli elefanti presenti attualmente nei circhi, ad esempio, hanno un età compresa tra 50 e 60 anni, se non di più: ognuno ha visto almeno 3 generazioni. Siamo persone nate con gli elefanti. Come un bambino che nasce in una famiglia con animali domestici. Si crea un rapporto indissolubile”.

Cosa aggiungono allo spettacolo?

“Probabilmente, oltre a tutte le meraviglie che si possono trovare al circo, è proprio la presenza degli animali a renderlo speciale. Anche se, confermo, purtroppo è capitato di conoscere qualcuno che non è stato in grado di gestire o far gestire al meglio queste bestiole. Ma un vero circense non maltratterebbe mai un proprio animale. Sarebbe controproducente ed oltretutto il maltrattamento è un reato. Da colleghi che avevano animali ho imparato quanta dedizione, quanta responsabilità ci vuole per prendersi cura di esseri così speciali. Ed il rapporto tra loro è davvero qualcosa di speciale ed è impensabile sostenere che gli animali possano in qualche modo soffrire nel vivere nel circo”.

Da dove arrivano questi animali?

“Si crede che siano stati prelevati dalla natura, catturati e cose simili. Quando, in realtà, si tratta di animali già presenti in Italia generazioni. Perché qui esistono allevamenti di animali esotici. Quindi, trattandosi di animali a stretto contatto con l'uomo, hanno una indole diversa da quella che noi possiamo immaginare di un animale libero nel Paese di origine. Prova è che gli animali nel circo vivono con così tanta tranquillità da non avere nessun problema a riprodursi: se stressati o debilitati non riuscirebbero a riprodursi”.

Come gestite lo zoo?

“Ad ogni trasferimento i nostri animali vengono monitorati e controllati dalle aziende sanitarie veterinarie e seguiti da esperti di esotici. In estate i viaggi, comunque sempre corti, sono programmati per effettuare il trasferimento nelle ore più fresche e gli animali sono i primi ad essere trasferiti. Le prime strutture che vengono montate sono proprio le loro, per consentirgli di avere i loro spazi all'esterno e copertura dalle intemperie. Le strutture hanno i riscaldamenti all'interno per l’inverno, per tutelare gli esemplari più sensibili alle basse temperature. Solitamente gli spettacoli sono uno o due al giorno, mai per tutta la settimana. I nostri animali vengono sottoposti a test periodici. Per scongiurare la presenza di malattie infettive. Questo sia per il loro benessere che per quello degli animali che potrebbero venire a contatto nel trasferirsi. Tutti gli animali hanno un microchip e sono registrati su banca dati nazionale, dove tutti i veterinari possono controllare i vari spostamenti e le entrate e uscite dalle strutture aziendali. Oltre ai controlli previsti, i nostri animali vengono spesso controllati dal corpo forestale, sezione Cites e da organi a tutela che ne chiedono il controllo”.

Dovete affrontare molti pregiudizi?

“Ancora oggi ci sono persone che credono che noi facciamo parte di qualche etnia, tipo zingari. Nel nostro caso, siamo dei lavoratori nomadi, perché il circo ha la necessità di portare il proprio spettacolo dappertutto. Abbiamo comunque una fissa dimora e leggi che dobbiamo rispettare. Siamo un'azienda. Addirittura qualcuno crede anche che tra circensi familiari si ci sposi o altre cose bizzarre. Quanto invece nella vita dei circensi ci sono dei valori e c'è tanto rispetto”.

Con il Covid avrete faticato molto.

“In due anni di chiusura, il circo non ha potuto esercitare il proprio lavoro e duemila animali presenti nei circhi italiani si sono ritrovati in una situazione particolare. Noi circensi ci siamo inventati mille e uno, lavori e lavoretti, per mantenerci e per provvedere a loro. Ovviamente senza conoscere quale sarebbe stato il nostro futuro. E nessun animalista o associazione si è fatta avanti per aiutare i nostri animali o almeno per chiedere come stessero. E poi parla molto di togliere gli animali al circo e si promette di liberarli in natura, quando invece questo non avviene. Ad esempio, l'ultima volta che sono stati prelevati degli animali nei circhi, nel 2014, sono stati presi 16 animali esotici e sono stati portati in uno zoo gestito da un Onlus animalista, che chiede donazioni per mantenerli. Spacciando questo zoo per un centro di recupero, per santuario, dove gli animali sono liberi, quando invece sono stati messi in altre gabbie”.