Lodi, raddrizzata la colonna della Cattedrale vegetale

I tecnici incaricati dal Comune sono intervenuti per sistemare l’opera in riva all’Adda

SICUREZZA Sopralluogo alla cattedrale   vegetale dell’assessore Alberto Tarchini

SICUREZZA Sopralluogo alla cattedrale vegetale dell’assessore Alberto Tarchini

Lodi, 9 agosto 2018 - La colonna della Cattedrale vegetale è stata raddrizzata. I tecnici incaricati dal Comune ieri sono intervenuti per sistemare l’opera in riva all’Adda. A cedere potrebbe essere stata la base della struttura in legno e non il terreno come inizialmente si era ipotizzato. Da lunedì a ieri pomeriggio l’area è stata delimitata da un nastro per evitare che turisti e lodigiani potessero entrare nello spazio pericoloso. A segnalare il danno agli uffici comunali era stato l’ex assessore della Giunta Uggetti, Andrea Ferrari, che subito aveva avvisato il Broletto.

Sul posto ieri è intervenuto anche l’assessore all’Ambiente Alberto Tarchini che ha controllato lo stato dei lavori sull’opera postuma dell’artista lodigiano Giuliano Mauri, composta da 108 colonne lignee a proteggere altrettanti alberi di quercia e a formare cinque navate gotiche su un perimetro di 75 metri per 22. «Siamo subito intervenuti per sistemare la colonna che aveva ceduto - spiega l’assessore Tarchini -. La ditta ha notato che ci sono stati dei segni di cedimento alla base della gabbia lignea della colonna. Escludo con certezza che possa essere stato un atto doloso. Dopo averla puntellata, la colonna è stata raddrizzata e rimessa perfettamente al suo posto all’interno della Cattedrale vegetale». I lavori sono durati per tutta la giornata. Nel mirino degli operai anche la verifica delle altre colonne.

«I tecnici hanno controllato anche le altre colonne - spiega l’assessore della Giunta Casanova -. L’obiettivo è evitare che si possano verificare altri casi simili». L’opera, realizzata dall’idea del compianto Giuliano Mauri, dalla sua inaugurazione avvenuta il 23 aprile 2017, non ha smesso di attrarre visitatori da tutta Italia, mettendo d’accordo persino i critici Vittorio Sgarbi e Philippe Daverio. Il cantiere in riva all’Adda ha avuto una vita piuttosto travagliata: l’opera avrebbe dovuto rappresentare Lodi a Expo 2015, ma la bonifica dell’area ex Sicc (una fabbrica in disuso) aveva fatto allungare i tempi. Approvato il progetto alla fine del 2014, l’anno successivo era stato realizzato un rinforzo arginale del fiume nel 2015, mentre nel maggio del 2016 era iniziata la posa della struttura lignea. Sulla struttura il Comune ha finora investito 300mila euro (125midalla Regionale). L’ultimo intervento (36mila euro) è del 21 luglio con l’installazione di oltre 100 faretti per illuminare la gigantesca opera: sarà seguito da un progetto di videosorveglianza da 20mila euro.

Carlo D’elia