REDAZIONE LODI

Caffè solo da asporto e mercato ridotto nel primo sabato “blindato”

Lodi, in corso Vittorio Emanuele aperto il maggior numero di attività: quasi un elenco vivente dei "servizi essenziali"

Nel primo sabato da zona rossa “autunnale“ vissuto dal capoluogo l’attività in centro ieri era un po’ come la nebbia della giornata, rarefatta e silenziosa. Non tutto, del resto, è stato “congelato“ come durante la chiusura dell’Italia intera della prima ondata della pandemia. Ieri non potevi entrare in un bar, ma potevi sorseggiare un caffè d’asporto, il mercato era ridotto agli alimentari ma la serrata non era totalizzante. Gente sparuta si aggirava, meno impaurita e più consapevole rispetto al passato, nel crocevia della piazza: chi col giornale sottobraccio, chi col cane al guinzaglio, tutti con almeno un pacchettino in mano, col passo di chi ha una meta.

Certo, niente capanelli o aperitivi, ma comunque le saracinesche, stavolta, non erano del tutto abbassate. A vincere un’ideale gara di vivacità sarebbe stato ieri corso Vittorio Emanuele per la varietà di attività produttive aperte: non solo caffè e tabaccherie, ma anche una libreria, un panificio, un fruttivendolo, una salumeria, un minimarket, una enoteca, un negozio di vestiti per bambini, uno di riparazione cellulari, un provider di telefonia, un’ottico, un parrucchiere: quasi un elenco vivente di chi ha potuto tenere aperto in deroga come “servizio essenziale“. In piazza, invece, una gelateria, una farmacia, un’edicola, una libreria ma i tavolini dei bar erano accatastati: niente happy hour. In via Garibaldi l’Ovs, aperta solo per i bimbi e l’intimo, aveva gli altri reparti delimitati da nastri bianco-rossi, come ‘scene del crimine’. Ad animare via Volturno erano alcune bancarelle di frutta e verdura, pollame, ma senza code, senza richiami, e, pure, nonostante il Covid o forse per quello, senza sconti. L.D.B.