
di Carla Parisi
Un risultato soddisfacente che arriva dopo una trattativa lunga. Così Enrico Vercellino della segreteria provinciale di Fabi (Federazione autonoma bancari) Lodi commenta l’accordo raggiunto nella serata del 29 dicembre tra Banco Bpm e i sindacati Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin per la gestione di 1500 uscite volontarie sul territorio nazionale e per favorire il ricambio generazionale con 750 assunzioni sempre in tutta Italia. Saranno altresì chiuse, nel primo semestre 2021, 300 filiali in Italia. Quest’intesa, ricorda Vercellino, "ci ha permesso di poter accedere a un fondo che arriva fino al 2026 per il ricambio generazionale. Questo fondo prevede l’ingresso di 1.500 colleghi ma sono 2.800 le risorse che possono accedervi. È già stato fissato un incontro per aprile 2021 in cui discuteremo di tutte le richieste in eccedenza che arriveranno. In caso queste venissero accettate manterremo sempre la quota di una persona assunta ogni due che terminano il rapporto di lavoro. Quest’ultimo è un risultato di cui siamo molto fieri: si tratta di una bella quota di ricambio generazionale, migliore rispetto agli accordi di altre banche, e l’intesa risponde all’esigenza di molti colleghi di terminare in anticipo il lavoro". Il sindacato ha espresso soddisfazione anche per altri motivi: "Siamo riusciti a permettere che i colleghi accedano al fondo con l’85% dello stipendio rispetto alla propria retribuzione totale e con tutte le garanzie – continua Vercellino – e si è concordato per 300 persone al massimo su tutto il territorio che utilizzano “quota cento“ una risoluzione volontaria del rapporto di lavoro entro l’anno con una incentivazione calcolata sulla base del numero dei mesi intercorrenti fra il mese di cessazione (non conteggiato) e il mese di maturazione del primo requisito pensionistico (pensione anticipata o di vecchiaia), da un minimo di due mensilità a un massimo di sei.
I colleghi che hanno optato per “quota cento“ che non volessero aderire a questa opzione nel 2021 potranno, l’anno successivo, accedere al fondo alle medesime condizioni degli altri colleghi". Nel Lodigiano a essere coinvolte saranno una cinquantina di risorse, ed è prevista la chiusura di diverse filiali Spoke (ossia quelle il cui numero di dipendenti non supera le due unità, ndr), nella provincia ma anche nel capoluogo, dove non sarà più operativa quella di Piazzale 3 Agosto. Le persone che vi lavoravano saranno però ricollocate: "Nell’ambito di questa intesa abbiamo sottoscritto un accordo per riqualificare i colleghi interessati dalla chiusura degli sportelli – conclude Vercellino – che nel primo quadrimestre 2021 parteciperanno a corsi formativi per essere assegnati a nuove mansioni".