Alunno bullizzato rifiuta la scuola Il papà: lo porto da uno psicologo

Il dirigente della scuola in una lettera al genitore: il compagno ritenuto responsabile è stato redarguito

di Pier Giorgio Ruggeri

"Niente da fare. È andato a scuola un giorno e la storia si è ripetuta. Ieri non ha voluto saperne. Si sente preso in giro da tutti perché gli avevamo garantito che non si sarebbe ripetuto. E invece è successo ancora. Adesso proviamo a portarlo da uno psicologo per vedere di fargli superare il trauma". E’ sconsolato il padre del bimbo vessato da un compagno di scuola che è rimasto a casa quattro settimane e poi su insistenza dei genitori e assicurazioni delle maestre, ha ripreso le lezioni, ma ha subito ancora una volta l’attacco del suo persecutore. Eppure il dirigente martedì aveva scritto al padre (il quale ha visto la mail poi ieri mattina), dicendosi dispiaciuto che la storia si fosse ripetuta ancora e snocciolando tutti gli interventi portati avanti dalla scuola. "Subito dopo la sua segnalazione del 19 gennaio - scrive il dirigente - abbiamo aumentato la vigilanza. Ho convocato un consiglio straordinario per il 23 nel quale è stato deciso di redarguire il bambino indicato e di adottare il provvedimento del caso e di informare la mamma". Tutto sembra filare per il verso giusto, c’è anche un insegnante aggiuntivo che sorveglia ma evidentemente il ragazzino attende il momento adatto e poi riprende la sua sequela di insulti verso il compagno, il quale riferisce a casa e non vuole tornare a scuola.

"Ho richiamato personalmente il bambino - riferisce il dirigente - sperando che la cosa finisse lì e lunedì scorso ho convocato un consiglio straordinario per studiare le strategie per garantire un rientro sicuro al bambino concordando di chiedere di far rientrare il piccolo". Ma non è necessario perché il bambino, rassicurato dal genitore, martedì torna in classe. E viene di nuovo aggredito verbalmente dal solito compagno. "La maestra - riferisce il dirigente - ha preso provvedimenti e messo in atto interventi educativi sull’intera classe, in quanto pare che certi intercalari siano di uso comune a tutti i bambini e non specificatamente rivolti al bambino in questione. Da parte della scuola c’è quindi la volontà e la necessità di ricreare un clima sereno, educato e rispettoso per tutti".