Aiuti ai giovani per il post-Covid Una catena umana unisce due città

Il sindaco Giorgio Gori: "Questo progetto è tra i più emblematici della Capitale della Cultura 2023. Rappresenta visivamente l’unione tra Bergamo e Brescia nel segno della collaborazione e del fare bene".

Aiuti ai giovani per il post-Covid  Una catena umana unisce due città

Aiuti ai giovani per il post-Covid Una catena umana unisce due città

di Milla Prandelli

SARNICO (Brescia)

“Viva Vittoria” è stata una catena umana da record, forse persino da guinness dei primati che idealmente si sono abbracciate da Bergamo a Brescia, facendo incontrare le due province sul ponte di Sarnico – Paratico: che rappresenta, insieme al fiume Oglio e al Sebino, il confine naturale tra i due territori, tradizionalmente divisi dalle tifoserie calcistiche e da usanze diverse, ma divenuti fratelli durante il periodo del Covid: così legati da divenire capitali della Cultura del 2023 insieme alle due città capoluogo: Brescia e Bergamo. I volontari che avrebbero dovuto partecipare, nelle stime, avrebbero dovuto essere 40mila. Probabilmente sono stati un poco di meno. Ma non sono mancati né l’amore né la voglia di stare insieme, abbracciandosi tra bresciani e bergamaschi. Tutti i partecipanti erano uniti da strisce di tessuto, create appositamente per l’evento. C’erano singoli, associazioni, catene di supermercati, come Conad, che ha fortemente voluto il flash mob "50 Miglia di Viva Vittoria", insomma è stato un successo, il cui culmine è stato la presenza dei sindaci di città, ovviamente Bergamo e Brescia e dei paesi toccati dalla catena umana, una ventina. E 80mila le strisce di lana, cotone, stoffa o altri materiali realizzate a mano. Il primo progetto "Viva Vittoria", risale al 2015 ed era stato pensato per sovvenzionare azioni contro la violenza sulle donne. Sette anni dopo si è deciso di dedicarsi a chi soffre i postumi psicologici del Covid 19. Chi ha partecipato ha speso tre euro per iscriversi. L’intero ricavato sarà devoluto a favore di centri che seguono i giovani con problemi legati al periodo post-Covid. Per la zona di Bergamo, i destinatari saranno il Centro per i Disturbi del Comportamento Alimentare (CDCA), Casa di Cura dell’Istituto Palazzolo di Bergamo, e il Programma "Angelo Cocchi" che fa capo alla Psichiatria 1, che coordina le strutture territoriali del Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze: Centri psico-sociali e centri diurni dell’Asst Bergamo Ovest di Treviglio.

Per la zona di Brescia, i destinatari saranno l’unità di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza dell’Asst Spedali Civili di Brescia. "Questo progetto è tra i più emblematici della Capitale della Cultura 2023. Rappresenta visivamente e fisicamente l’unione tra Bergamo e Brescia – dice Giorgio Gori, sindaco di Bergamo – nel segno della solidarietà, della collaborazione e del ‘fare bene’. Soprattutto, ci mostra come siano le persone a costruire questo ponte, dimostrando che proprio le iniziative che nascono dal basso, dalla comunità, se lasciate libere di svilupparsi in un clima aperto al civismo e alle sinergie tra pubblico, privato, associazioni e singoli cittadini, possono trasformarsi in opere grandiose, iconiche e solidali al tempo stesso".