Nell’assemblea generale 2024 di Confagricoltura Milano, Lodi e Monza Brianza (Milomb) svoltasi ieri all’auditorium Tiziano Zalli, del Banco Bpm, si è parlato molto della situazione agricola nella tre province. I dati sono positivi, ma le sfide dell’innovazione bussano alle porte e tre sono i grandi temi di cui si è discusso: innovazione, politica europea (PAC in particolare) e, legata a questi due, la crisi ambientale; non a caso il titolo assegnato all’incontro era “Percorsi verso il futuro“. L’assessore Stefano Caserini del Comune di Ldi (che ha deleghe su ambiente, mobilità, azione sul clima ed innovazione), ha aperto i lavori. "Penso che condividere la necessità della grande emergenze del pianeta e mi riferisco alla crisi climatica a cui l’agricoltura è legata – ha detto – sia una questione cruciale del nostro tempo. Dobbiamo decidere quello che accadrà a chi ci seguirà, abbiamo una responsabilità storica importante".
Il professor Roberto Pretolani, dell’Università Statale di Milano, ha poi illustrato i risultati di una ricerca sui diversi temi legati al settore primario nelle tre province, sempre partendo dal 1982. In tutte le zone si nota una drastica riduzione del numero di aziende agricole, diminuite del 55,7% tra il 1982 e il 2020, del 16,4% nel solo decennio 2010-2020 (ora sono 1.114 aziende). È diminuita anche la superficie agraria e forestale, nel Lodigiano dell’11,7% dal 1982, metà della quale (il 4,8%) nel decennio 2010-2020, arrivando a 59.153 ettari di superficie attuali, del quale 55.194 ettari utilizzabili. Nelle tre province si coltivano principalmente mais, riso e frumento.
Nel Lodigiano il mais occupa il 31,5%, mais verde il 19%, seguiti poi da riso e soia. Le rese agricole di Milano, Lodi e Monza Brianza sono tutte superiori al dato nazionale, ma oscillano nel corso degli anni le varie colture, principalmente a causa del meteo.
Lineare e continuo è il trend di crescita della produzione di latte, pari nel 2023 a 10,8 tonnellate per vacca. La ricchezza dell’agricoltura lombarda, infatti, deriva dall’attività di allevamento, altamente produttiva e specializzata. Le grandi aziende del territorio interprovinciale rappresentano il 16% del totale e concentrano l’85% del valore economico (circa 1 miliardo di euro). "La buona dimensione fisica ed economica delle imprese di Milano, Lodi e Monza Brianza e l’elevato livello di preparazione degli imprenditori sono fattori di sviluppo, ma le norme ambientali sempre più stringenti e le crescenti richieste di qualità e salubrità dei prodotti, le innovazioni tecniche e il ricorso alle agroenergie rendono sempre più necessaria un’adeguata assistenza tecnica e gestionale", ha precisato il docente.
Per migliorare la competitività delle imprese, la strada indicata da Pretolani è quella delle tecniche produttive di precisione, dell’impiego di varietà resistenti alle avversità e ai cambiamenti climatici create con le Tea, della diversificazione del reddito.