LUCA COLOMBO
Legnano

Calcio dilettanti / L'intervista: inox Gianmaria Sacchi

L'attaccante della Vanzaghellese è alla venticinquesima stagione. E non ha alcuna intenzione di appendere gli scarpini al chiodo

Gianmaria Sacchi

Vanzaghello (MIlano), 3 marzo 2016 - Bomber di razza e punta rapace in area di rigore, questo è Gianmaria Sacchi. L’attaccante classe ’72, in forza alla Vanzaghellese in Seconda Categoria, è alla stagione numero 25. Come biglietto da visita può vantare 357 reti realizzate in 750 gare ufficiali per una media di quasi un gol ogni due partite.

Sacchi, qual è e com’è stato il suo primo approccio al mondo del calcio?

《Ho iniziato a giocare a calcio all’età di 6 anni grazie, soprattutto, a mio nonno in una squadra di Milano che si chiama Iris. Volevo giocare come portiere, ma non essendo troppo alto ho deciso di provare come attaccante. Quando ho disputato la mia prima partita in quel ruolo ho subito realizzato una tripletta e da quel giorno ho deciso di vivere per il gol》.

Quali sono le sue caratteristiche principali? Si sente di somigliare a qualche giocatore per il suo modo di giocare?

《Sono un attaccante da area di rigore. Il mio compito è quello di finalizzare tutto il gioco prodotto dai miei compagni di squadra. Il mio modello di giocatore è sempre stato Pippo Inzaghi. Mi paragono a lui per il modo di giocare e per la determinazione che aveva ogni volta che scendeva in campo》.

Quali sono i segreti per avere una carriera cosi longeva come la sua?

《Non bevo, non fumo e ho sempre condotto una vita sana. La voglia di giocare e l’allenamento costante mi hanno aiutato molto. In questa stagione alla Vanzaghellese ho trovato un gruppo di ragazzi veramente molto uniti in cui mi sto trovando benissimo. Questa stagione rimarrà nel mio cuore e la ricorderò per sempre. La voglia che ho di giocare è pazzesca. Non riesco a smettere e ogni partita che faccio la vedo sempre come un esame da superare a pieni voti. Non bisogna mai vivere aggrappandosi al passato e, forse, è proprio questa la mia forza》.

Quali sono i suoi progetti per il futuro, una volta appesi gli scarpini al chiodo?

《Da "grande" voglio fare l’allenatore di una Prima squadra. Ad oggi è difficile trovare una realtà dove presidente e dirigenti non ti giudichino per un risultato deludente. Sicuramente non smetto quest’anno perché ho ancora molta voglia di giocare e sto bene fisicamente, magari potrei scendere in Terza Categoria》.

Come occupa il suo tempo libero?

《Il mio tempo libero lo dedico principalmente a mia figlia Giulia. Poi mi piace andare a vedere partite di altre categorie e in estate mi precipito subito al mare per rilassarmi e prepararmi alla prossima stagione》.