Confindustria, l'ira di Bonomi: "Reddito di cittadinanza è disincentivo al lavoro"

Gli strali del presidente di Confindustria da Legnano contro il Governo: "Non si pensa a giovani e donne"

Carlo Bonomi, presidente di Confindustria

Carlo Bonomi, presidente di Confindustria

"Il reddito di cittadinanza è una misura nata per il contrasto alla povertà e noi siamo favorevolissimi, ma ormai è diventato un disincentivo ad andare al lavoro soprattutto nel Mezzogiorno d'Italia. Anche in navigator sono costati troppo, circa 400mila euro ognuno. Siamo contenti che il Governo abbia deciso di investire nell'assunzione di queste figure che a conti fatti costano come Premi Nobelm ma forse sarebbe stato meglio investire su altro. L’incrocio fra domanda e offerta del lavoro non avviene nei centri per l’impiego, eppure si investe in questo. Gli investimenti si fanno, ma in modo spesso sbagliato".

Parole e musica di Carlo Bonomi, presidente di Confindustria che all'assemblea annuale di Confindustria Alto Milanese al Teatro Talisio Tirinnanzi di Legnano ha scelto di puntualizzare la propria posizione su alcuni argomenti caldi. Posizione propria e di molti imprenditori italiani. "Non ci stiamo ai partiti che vogliono mettere le bandierine, ma in realtà non affrontano i quattro grandi divari che ci sono dall’unità d’Italia: di genere, generazionali, di territorio e di competenze - ha tuonato dal palco Bonomi -. L’idea di noi imprenditori è creare lavoro e non avere modi per farlo abbandonare. Esistono otto modi per andare in prepensionamento in Italia. Noi vogliamo crescere e assumere, non licenziare".

Quella di questo fine 2021 è una classe imprenditoriale che non ci sta a ricoprire il ruolo di capro espiatorio e che vuole il prima possibile uscire, peraltro di slancio, dalle secche, anche economiche, della pandemia. "La vera sfida è far cambiare questo Paese per farlo diventare moderno, efficiente e inclusivo - ha sottolineato Bonomi -. Possiamo fare tutto solo se stiamo insieme e con una grande partnership pubblico-privato, quella che chiamiamo Patto per l’Italia. Oggi possiamo fare quello che negli ultimi 25 anni non è stato fatto. Non avere sogni grandiosi è l’unica cosa che ci può fermare, realizzare i sogni degli imprenditori vuol dire far rialzare il Paese".