Parola d'ordine: cambiamento. "La sfida però è quella di non subire, di non ritrovarsi a dover cambiare, ma di scegliere di cambiare e gestire il cambiamento al meglio. Cambiare crea ansia, ma bisogna cercare di abbassare il più possibile i livelli di ansia e andare avanti in modo propositivo". Diego Rossetti, patron della storica impresa di calzature di lusso nota in tutto il mondo e presidente di Confindustria Alto Milanese, ha tracciato le linee guida da seguire per far ripartire l'Italia. E lo ha fatto in un'assemblea annuale di Confindustria Alto Milanese che ha parlato in modo concreto di cambiamento. Non solo un concetto, non solo un'idea astratta. Bensì un vero progetto di rinascita. Che per Confindustria Alto Milanese porta il nome della nuova sede all'interno dei locali di Tecnocity e della nuova scuola, un'Ifts che punta diventare Its ovvero un corso biennale di specializzazione e formazione per tecnici. Esattamente le figure che servono alle imprese del territorio. Eccolo dunque servito, il cambiamento: un tempo l'Altomilanese andava a caccia di manodopera, oggi si muove per formarla da sè. E l'auspicio è che anche le Amministrazioni comunali siano parte attiva del cambiamento: "I Comuni non possono pensare ai loro Piani di governo del territorio senza confrontarsi con i vicini. Bisogna cercare di rendere omogenea l'area dell'Altomilanese eliminando i campanilismi territoriali e politici" ha tuonato Rossetti.
"Dobbiamo affrontare il cambiamento, è l'unica strada che possiamo e dobbiamo percorrere - gli ha fatto eco Lorenzo Radice, sindaco di Legnano -. Dobbiamo progettare il futuro senza la paura di confrontarci con Milano e con i fenomeni che da lì partono e lì tornano. Per questo bisogna prima di tutto ripartire dai concetti di prossimità e sostenibilità, oltre che dalla cura del patrimonio cittadino e dalla partita sulle aree dismesse". La 76esima assemblea generale di Confindustria Alto Milanese al Teatro Città di Legnano-Talisio Tirinnanzi ha visto sul palco non solo imprenditori.
Anche il sociologo Francesco Morace ha fornito consigli interessanti: "Noi italiani nell'emergenza siamo i più bravi del mondo, ce lo riconoscono tutti. Dobbiamo solo arrivare a capirlo anche noi. La fase della resilienza è chiusa, quella di oggi è la fase della ripartenza, del futuro, di un’utopia realizzabile Il coraggio della scelta sarà necessario nei prossimi mesi. Per uscire nel migliore dei modi dalle difficoltà anche in azienda bisogna fare alleanze intergenerazionali, allenamento interculturale, bisogna aprirsi con coraggio alle opinioni diverse".