Sull’omicidio di Emanuel Rroku avvenuto davanti ad un bar di Turbigo lo scorso 16 settembre arriva l’udienza in Corte d'Assise. In questi giorni il pubblico ministero Ciro Vittorio Caramore ha firmato il giudizio immediato per il trentaquattrenne accusato dell’omicidio del ragazzo. Il giovane 23 enne albanese era nel bar di via Allea insieme ad amici connazionali per festeggiare un compleanno. Poi una lite fra un uomo e una donna e l’intervento dello stesso Rigels per difendere la folla inferocita che voleva linciare l’amico il quale aveva colpito la ragazza. Poi dopo l’assalto degli amici l’uomo esplose un colpo al polpaccio nei confronti di un trentenne.
Gli amici si scagliarono su di lui e dalla pistola sarebbe partita per fatalità una raffica di proiettili che raggiunse Emanuel alla carotide, riducendolo in fin di vita. Il ragazzo 23enne, residente a Turbigo, fu trasportato d’urgenza all’ospedale di Legnano e poi morì subito dopo. Gjinaj Rigels, ridotto male per le percosse subite, fu ricoverato per diverso tempo in ospedale a Gallarate. Stando a quanto ricostruito dai carabinieri della compagnia di Legnano, Gjinaj e il ventitreenne connazionale pare non si conoscessero direttamente e non avevano alcun tipo di frequentazione. Il 34enne anni prima aveva abitato a Turbigo, oggi risulta residente a Cesano Boscone.
Adesso dovrà rispondere davanti al giudice di omicidio volontario aggravato, lesioni gravi e porto abusivo di arma. Addosso aveva infatti una Beretta calibro 6.35, la stessa denunciata nel 2017 a Como da un cittadino che aveva subito un furto in abitazione. La comunità albanese e non solo chiede ora giustizia per Emanuel Rroku, ragazzo gentile ed educato la cui famiglia è molto conosciuta a Turbigo. Cresciuto in paese, Emanuel frequentava da piccolo l’oratorio ed il catechismo. Lo ricordano come persona solare e gentile. Rimane da capire il perchè andare ad una festa in una bar armati con tanto di colpo in canna, risultando poi autore di un omicidio.