
di Christian Sormani
Ti tuffi nel canale? Rischi una salatissima multa. Il consorzio Villoresi, tramite il presidente Alessandro Folli, ricorda che è in vigore il divieto di balneazione in tutta la rete idrica del consorzio ETVilloresi: "I corsi d’acqua artificiali sono caratterizzati dalla presenza, in alcuni tratti, di correnti particolarmente insidiose in grado di mettere in difficoltà anche i nuotatori più esperti. La presenza inoltre di manufatti per la regolazione idraulica e la configurazione strutturale delle sponde, che rendono disagevole la fuoriuscita dall’alveo dei canali, accrescono notevolmente i pericoli per quanti vi si immergono". Sono migliaia invece le persone, soprattutto ragazzi, che si buttano dentro i canali di zona, come accaduto qualche giorno fa nei pressi della diga del Panperduto, a Somma Lombardo, col consorzio stesso che adesso ha formalizzato un esposto alle forze dell’ordine per evitare le solite tragedie legate al periodo del caldo torrido in città.
"Il divieto di balneazione vigente su tutto il reticolo regolato dal Consorzio è una misura assolutamente necessaria a tutela della vita umana, come attestano i dati poco rassicuranti relativi alla morti per annegamento registrate costantemente – spiega il direttore generale dell’Ente Valeria Chinaglia –. È fondamentale l’osservanza, anche da parte dei più giovani, delle regole che impediscono l’ingresso nelle acque dei canali: si tratta di una pratica estremamente pericolosa". Sono quindi lontani i tempi in cui vicino alle vasche di Parabiago, in centinaia scappavano dalla calura per entrare dentro il Villoresi sfidando la sorte. Ma ogni anno il destino porta via diverse persone, strappate alla vita da congestioni, panico, correnti ma anche tanta imprudenza. Nel 2015 un 17enne era annegato all’altezza di Villastanza per via della poca esperienza nel nuoto. Nel giugno del 2013 un sedicenne che voleva festeggiare la fine dell’anno scolastico si era tuffato nelle acque del canale Villoresi ad Arconate, all’altezza del Ponte dei Marinai, ma non era più risalito in superficie. Lo avevano trovato i sommozzatori un paio di chilometri più a valle, a Busto Garolfo. Nel giugno del 2009 un bambino di otto anni era scivolato nel canale all’altezza di Cantone a Nerviano. La madre che si era buttata in acqua per cercare di salvare il piccolo era annegata a sua volta. Singolare poi quanto era accaduto nel 2015 a Castelletto di Cuggiono a un 14enne rimasto incastrato sott’acqua nel Naviglio per 42 minuti: si era gettato nel Naviglio, a Castelletto di Cuggiono, rimanendo intrappolato a 2 metri di profondità. I medici rianimatori del S.Raffaele lo hanno poi salvato con una procedura estrema di assistenza meccanica con circolazione extracorporera.