"Tornata a casa per restare con mia figlia"

Elena, badante cinquantenne "L’appartamento comprato con tanti sacrifici rischia ora d’essere colpito dai missili"

BUSTO GAROLFO (Milano)

Una piccola valigia con qualche effetto personale, il cellulare col credito appena caricato, qualche migliaio di euro ben nascosti e poi, dopo 15 anni di servizio come badante in Italia, Elena poco più che cinquantenne, ritorna nella sua Ucraina "per difendere – dice - il mio paese e morire insieme a mia figlia". Una vedovanza giovane alle spalle, la figlia ora trentenne che ha dovuto crescere e far studiare a migliaia di chilometri di distanza, il Belpaese dove non mancano le offerte di lavoro per chi decide di accudire i genitori degli altri e soldi guadagnati grazie a mille privazioni, usati per comprare un piccolo appartamento in un paesino a una ottantina di chilometri da Dnipro, costo 25mila euro. "Almeno quando ritorno al mio paese ho una casa tutta per me, la devo usare per quando sarò vecchia e dovrò curarmi. Voglio morire nel mio paese non in una qualsiasi città italiana". In un paese dove la paga media si aggira intorno alle 600 euro mensili, avere la possibilità di comprare casa è un privilegio, e questa casa Elena la tiene come una reliquia. Quando lascia l’Italia per le vacanze una volta l’anno, come dice lei "vado a godermi casa mia e là mi sento una regina". Questa volta il ritorno non è stato col sorriso sulle labbra, un viaggio tremendo durato tre giorni a bordo di un piccolo bus insieme ad altre donne angosciate per i loro familiari.

Un viaggio attraverso la Slovenia passando per Serbia e Romania fino al confine dove tutti si fermano e ognuno deve cavarsela da solo. Nonostante i tanti disagi Elena è arrivata casa sua, ha riabbracciato la figlia terrorizzata per quanto stava succedendo, per gli spari, i morti e tanta tanta miseria. Adesso però si vive nello scantinato, nel palazzo semivuoto per la fuga di molte famiglie, quando suona la sirena bisogna correre, e sperare che le fondamenta tengano e che i missili non cadano troppo vicino. "Ho lavorato una vita – dice in un vocale proprio dai sotterranei – per morire così? Però non mi interessa, sono con mia figlia che è tutta la mia famiglia, ci abbracciamo e speriamo che tutto questo finisca presto".

Paolo Mattelli