GIOVANNI CHIODINI
Cronaca

Tornano le api in riva al Ticino Da 250 arnie al centro Geraci il miele bio garantito dal Parco

Il produttore Alessandro Di Domenico monitora il loro stato di salute con una bilancia e verifiche sulla percentuale di umidità: "Stanno bene perché qui c’è molta biodiversità".

Tornano le api in riva al Ticino  Da 250 arnie al centro Geraci  il miele bio garantito dal Parco

Tornano le api in riva al Ticino Da 250 arnie al centro Geraci il miele bio garantito dal Parco

di Giovanni Chiodini

Qual è lo stato di salute del nostro ambiente? Ce lo diranno le api. Nel territorio del Parco del Ticino è stato avviato un progetto di biomonitoraggio per le analisi dei livelli di contaminazione ambientale grazie al lavoro dell’apicoltore Alessandro Di Domenico. "Provengo da una famiglia di apicoltori. Personalmente ho iniziato questa attività quando avevo 13 anni - racconta mentre raccoglie il miele dagli alveari del centro parco Geraci -. In Lombardia sono da sei anni. Ho iniziato piazzando le prime arnie che mi ero portato dalla Basilicata. Adesso ho un’azienda con 250 arnie che produce miele con il marchio del Parco, allevando solo api italiane della specie Ligustica".

Una trentina di arnie sono al centro Geraci, dove è stato avviato il progetto di biomonitoraggio. "Lo scorso anno abbiamo fatto una sorta di monitoraggio preventivo e abbiamo riscontrato che a livello di stato di salute dell’arnia quelle posizionate al Geraci stavano meglio. Il monitoraggio - spiega - consiste in un’analisi in continuo del peso, con una bilancia situata sotto l’alveare, della temperatura e dell’umidità. Vengono poi analizzati i pollini, il miele, il pane d’api, ovvero il polline depositato nelle cellette lavorato con miele ed enzimi, e la riserva di polline. Dallo stato delle api avremo la conferma di essere in un territorio ricco di biodiversità e sapremo dove le api sono andate a bottinare". Sulla produzione di miele incide molto il clima. "Gli alveari collocati qui cino ci hanno permesso di avere del miele di acacia in quantità inferiore rispetto al passato. Gli alveari che abbiamo in collina, con questi continui sbalzi e le gelate tardive, non hanno prodotto nulla. Speriamo ora di fare del miele di castagno, ma le previsioni non sono positive".