FRANCESCO PELLEGATTA
Cronaca

Cisliano, positivi ai test sierologici del coronavirus: il Comune chiama in causa l'Ats

Il sindaco Luca Durè procede con un esposto contro l'Ats e chiede alla Procura di capire se si possa configurare una "ipotetica fattispecie astratta dell’epidemia colposa"

Luca Durè, sindaco di Cisliano

Cisliano (Milano), 12 maggio 2020 - È scontro totale tra Comune di Cisliano e Ats Milano sul caso dei 45 cittadini asintomatici risultati positivi agli anticorpi per il Sars-cov2. Nella mattinata di ieri, l’Amministrazione comunale ha infatti depositato alla Procura della Repubblica del tribunale di Pavia . L’esposto è arrivato dopo tre formali richieste inviate dal sindaco Luca Durè alla stessa Agenzia, affinché eseguisse con urgenza i tamponi di verifica sui cittadini trovati positivi ai test sierologici promossi dal Comune in totale autonomia ed eseguiti su oltre mille persone tra residenti e non residenti. Richieste alle quali non è mai stato dato seguito.

Nell’esposto depositato in Procura dall’avvocato Gabriele Maria Vitiello, inoltre, si chiede di verificare se il comportamento tenuto dall’Ats non possa configurare una "ipotetica fattispecie astratta dell’epidemia colposa", visto che la presenza di cittadini potenzialmente positivi era stata segnalata il 21 aprile, il 24 aprile e il 1 maggio. Nella denuncia il sindaco Durè ha voluto sottolineare i rischi ai quali sono tutt’ora esposti i famigliari e i colleghi delle persone asintomatiche e potenzialmente positive ma anche le contraddizioni emerse nel corso del dialogo con Ats. Nella mail di risposta inviata dall’Agenzia per la tutela della salute il primo maggio, infatti, si ribadisce che i test sierologici effettuati a Cisliano "non risultano al momento validati dalle autorità competenti" ma nello stesso tempo si raccomanda ai sindaci di "porre in isolamento fiduciario la persona e i relativi contatti per 14 giorni, assumendosi la responsabilità del provvedimento". Con le conseguenze del caso; il sindaco infatti "non può e non potrà imporre alle persone di non muoversi e di non andare, ad esempio, a lavorare visto che si tratterebbe di un’assenza ingiustificata".

Per tutti questi motivi il primo cittadino ha chiesto alla Procura di valutare e accertare i fatti, per capire se siano rinvenibili eventuali comportamenti penalmente rilevanti, che in ogni caso dovranno essere appurati dalle autorità competenti. Riservandosi, inoltre, di formulare "denuncia-querela qualora dagli accertamenti emergessero fatti-reati procedibili a querela di parte".

La risposta di Ats Milano è arrivata dal direttore Walter Bergamaschi, che ha annunciato una diffida nei confronti del Comune per alcune affermazioni fatte dal sindaco nei giorni scorsi: "Sono sicuro che da parte sua ci fossero le migliori intenzioni – ha dichiarato Bergamaschi –, ma si è mosso al di fuori dei programmi di sanità pubblica che prevedono test e tamponi sulla base di determinati criteri. L’iniziativa del Comune non è stata autorizzata dall’Ats, dunque abbiamo risposto che, se fosse stato a conoscenza di persone positive grazie a questi test - dei quali non sappiamo nulla - si sarebbe dovuto assumere la responsabilità delle azioni conseguenti" . Bergamaschi ha poi fatto riferimento a una recentissima circolare del ministero della Salute, che a sua volta cita l’Oms: "Quei test sono considerati validi solo in ambito di ricerca. Da quei test non si possono trarre conseguenze, quindi oltre a disorientare le persone sono potenzialmente dannosi perché potrebbero generare illusioni nei cittadini. Altri Comuni ci hanno chiesto informazioni in merito e li abbiamo scoraggiati. Da quello che so, Regione Lombardia sta regolamentando tutto dentro percorsi ben definiti, attendiamo di capire".