VENEGONO (Varese)
Clandestino. Ospite di una comunità di religiosi a Venegono Superiore. E innamorato. O meglio sarebbe dire, ossessionato da una ragazza incrociata per caso sulla strada e che vive nelle vicinanza della bella struttura
immersa nel verde dei Comboniani. Al punto di cominciare a perseguitarla e arrivare a minacciare, armato, i suoi famigliari. Una storia d’amore mai nata, che ha però condotto un ventottenne di nazionalità nigeriana davanti ai giudici del tribunale di Varese.
Il giovane, infatti, ha inanellato una serie di condotte che lo hanno portato a dover ora rispondere di due reati per i quali è finito a processo: atti persecutori e porto abusivo di oggetti atti a offendere. Solo per quest’ultimo rischia una pena da uno a tre anni. Tutto comincia diversi mesi fa, quando il ventottenne adocchia la ragazza. Inizia a seguirla praticamente a ogni suo passo. È arrivato a sapere dove abita. La ragazza, spaventatissima perché ha capito quali siano le intenzioni del nigeriano, racconta tutto ai genitori. Non scatta però subito la denuncia. La speranza è che il ragazzo desista.
Nulla di più sbagliato. Venerdì mattina arriva a presentarsi sotto casa della giovane, con un’accetta e un coltello. La ragazza resta chiusa in casa. Scende il padre che spera di fargli capire che si sta infilando in un mare di guai, e di lasciare in pace una volta per tutte la figlia. La situazione è incandescente, il rischio che qualcuno si faccia seriamente male è concreto. L’intervento
provvidenziale dei carabinieri, nel frattempo allertati, evita il peggio. E per il nigeriano si spalancano prima le porte del carcere e poi quelle del tribunale varesino.
Red. Var.