Bancarotta e associazione per delinquere: sequestrati 96 immobili a imprenditore legnanese vicino alla ‘ndrangheta

Nel mirino del provvedimento disposto dal Tribunale anche due auto e 265.000 euro giacenti nei conti correnti intestati a prestanome e società collegate

Tribunale di Milano

Tribunale di Milano

Milano – I carabinieri della sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Milano hanno eseguito un sequestro disposto dalla sezione autonoma misure di Prevenzione del Tribunale milanese nei confronti dell'imprenditore legnanese Maurizio Ponzoni, condannato in via definitiva per associazione per delinquere, bancarotta fraudolenta e altri reati economici che gli hanno consentito l'accumulazione di un ingente patrimonio immobiliare oggetto del sequestro di prevenzione finalizzato alla confisca.

I militari, su delega della pm della Dda Silvia Bonardi, hanno messo i sigilli su 96 immobili sparsi tra Legnanese, Basso Varesotto e Comasco, nei comuni di Legnano, Parabiago, Busto Arsizio, Lonate Pozzolo, Castellanza, San Giorgio su Legnano, San Giuliano Milanese, Pero, Turate, Oggiono e Cassano Magnago, oltre che su due auto per u,n valore complessivo di oltre 9.500.000 euro.

Inoltre, a Ponzoni è stato notificato l'avvio del procedimento per l'irrogazione della sorveglianza speciale per la durata di 4 anni. L'imprenditore 58enne, già  in passato colpito da analogo provvedimento di prevenzione che aveva sancito una pericolosità  sociale la cui intensità era fondata, tra i vari illeciti commessi, anche dall'aver ricoperto un ruolo apicale in un'associazione per delinquere composta da 33 persone e dall'aver intrattenuto rapporti con soggetti condannati per 'ndrangheta.

Dagli accertamenti è emerso che Ponzoni sarebbe amministratore di fatto di un complesso reticolo di società intestate a prestanome, utilizzate per accumulare e schermare l'ingente patrimonio immobiliare, frutto del reinvestimento dei capitali illegittimamente conseguiti. In concomitanza con i sequestri di prevenzione la Guardia di Finanza di Milano e Varese ha proceduto al sequestro di oltre 265.000 euro giacenti nei conti correnti intestati ai prestanome e alle società colpite dal provvedimento del Tribunale di Milano.