Legnano, processo Fratus: "Da parte del sindaco l'esercizio di un potere illecito"

Il giudice del tribunale bustocco ha reso pubbliche le motivazioni che hanno giustificato la condanna inflitta in primo grado all'ex primo cittadino e a due suoi assessori

Da sinistra, Fratus, Cozzi e Lazzarini

Da sinistra, Fratus, Cozzi e Lazzarini

Legnano (Milano), 21 maggio 2020. Hanno agito per manipolare e controllare in maniera illecita il Comune di Legnano. Così il giudice del tribunale di Busto Arsizio Daniela Frattini ha definito l’ex sindaco Giambattista Fratus, l’ex vicesindaco Maurizio Cozzi e l’ex assessore Lazzarini, condannati per turbativa d’asta in immediato. Fratus anche per corruzione elettorale. 

«Gli imputati hanno strumentalizzato le loro posizioni di pubblico potere all’interno del Comune di Legnano per avere contatti con i futuri candidati», a posizioni dirigenziali in aziende a partecipazione pubblica e in Comune, «dare indicazioni sui tempi o sui contenuti degli avvisi di selezione, inserire membri compiacenti nelle commissioni di valutazione, fino ad intervenire nei meccanismi della selezione».

Questo ha scritto il giudice nelle carte depositate l'altroieri, a qualche settimana dalle condanne di tutti e tre gli ex amministratori a pene comprese tra i due anni e due mesi e un anno e tre mesi. A seguito dell’inchiesta «Piazza Pulita» coordinata dal pm di Busto Arsizio Nadia Calcaterra, sono stati ritenuti responsabili di aver pilotato la nomina del direttore generale del Comune di Legnano, del direttore di Amga, società municipalizzata ed aver manipolato il bando per la nomina di un commercialista nella partecipata Euro.Pa. 

Secondo il giudice, si legge nel documento depositato nelle scorse ore, «con la volontà di collocare amici o collaboratori, o soggetti referenziati da amici e collaboratori, nei posti nevralgici o di potenziale interesse dell’amministrazione comunale», volontà che si aggancia «alla finalità di controllare l’amministrazione con modalità indebite».  Relativamente ai voti ottenuti da Fratus al ballottaggio dal candidato di una lista civica in cambio di un posto per la figlia nel Cda di Ala srl, il giudice ha affermato che per l’ex sindaco si sarebbe trattato di predisposizione a «manipolare le competizioni pubbliche per affermazione del potere personale».

Secondo il giudice, infine, «il reato più grave è relativo alla nomina di un soggetto da inserire nel Cda di Amga», poiché «l’ente appaltante non coincide con il Comune, ma con un’azienda partecipata anche da altri Comuni». Prosegue il documento, «il direttore di Amga è figura con maggior impatto a livello economico-sociale anche esterno al comune di Legnano e ad incidere sull’andamento della controversia di Amga con la stessa Lazzarini, che il Comune di Legnano ha interesse a chiudere da quando lei è diventata assessore».