Legnano, processo Piazza Pulita: un altro bando "su misura"

Il quarto episodio contestato all'ex sindaco Gianbattista Fratus, al vice Maurizio Cozzi e all'ex assessore Chiara Lazzarini

Gianbattista Fratus

Gianbattista Fratus

Legnano (Milano), 29 ottobrre 2019 - Un bando «cucito su misura» per il curatore d’arte Flavio Arensi, a fronte di un compenso da 30 mila euro, è la nuova accusa formalizzata dalla Procura di Busto Arsizio  per l’ex sindaco  Gianbattista Fratus, l’ex vicesindaco Maurizio Cozzi e l’ex assessore ai lavori pubblici Chiara Lazzarini, imputati a processo in immediato per turbativa d’asta relativamente ad altri tre presunti bandi manipolati. Il nuovo capo di imputazione, da noi anticipato venerdì scorso e che vede indagato lo stesso curatore, è stato contestato ieri in aula dal pm Nadia Calcaterra, titolare dell’inchiesta «Piazza Pulita» che vede Fratus accusato anche di corruzione elettorale. 

Il gip di Busto Arsizio ha inoltre ammesso la costituzione di parte civile del Comune di Legnano. Avrebbero manipolato il bando inserendo tre criteri che fossero calzanti per il curatore scelto, dopo aver tentato di affidargli direttamente l’incarico appreso il parere negativo degli uffici tecnici comunali, i cui funzionari hanno reso noto che la normativa non lo avrebbe permesso. Di questo sono accusati l’ex sindaco Fratus, il suo vice Cozzi e l’assessore Lazzarini, imputati a processo secondo rito immediato per altri tre presunti bandi truccati relativi a tre posizioni dirigenziali. Fratus deve anche rispondere dell’accusa corruzione elettorale. Secondo quanto ricostruito dal proseguo delle indagini «Piazza Pulita», coordinate dal pm Nadia Calcaterra, contestato ieri mattina in aula a Busto Arsizio, i tre ex amministratori accusati di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, avrebbero voluto affidare direttamente ad Arensi un incarico per l’organizzazione di una serie di mostre, con opere di artisti di fama internazionale quali Pomodoro, Paladino e Isgrò, per un compenso di circa trentamila euro. Dopo aver ricevuto il diniego dell’ex direttore generale dell’ufficio cultura del municipio, come testimoniato da alcune conversazioni whatsapp estrapolate dagli inquirenti, Fratus, Cozzi e Lazzarini avrebbero optato per la costruzione di un band ad personam che facesse apparire Arensi il candidato perfetto per l’incarico. 

Tra le clausole quella di poter dimostrare contatti diretti con gli artisti di interesse al municipio, richiesta che il curatore d’arte avrebbe esaudito presentando una dettagliata lettera che ne avrebbe di fatto stabilito l’aggiudicazione. In realtà le mostre non furono mai allestite, per vari motivi, anche di natura politica (sosterrebbe l’accusa). Per un allestimento dal titolo «Paolo VI, ritratto di un Papa», a quanto emerso Arensi percepì un compenso di 25 mila euro. Le difese si sono opposte alla nuova contestazione, sostenendo che si dovrebbe procedere separatamente. «Siamo sereni, chiariremo quanto è necessario – ha dichiarato a margine dell’udienza Cesare Cicorella, avvocato difensore di Maurizio Cozzi - una vicenda che non presenta particolari criticità». Per l’avvocato, il punto da risolvere è la custodia cautelare: «purtroppo allunga i tempi del processo e questo per chi è agli arresti domiciliari è un vero problema.»

Poi ha aggiunto «per un avvocato stare sei mesi lontano dallo studio crea serie difficoltà». Infine ha contestato che «avendo i difensori dato la loro disponibilità ad acquisire i verbali delle sit dei testi, non è dato comprendere quale esigenza cautelare possa permanere». «La giustizia è innanzitutto misura ed equilibrio. Almeno così dovrebbe essere», ha aggiunto il legale. Per il sindaco Fratus la difesa ha chiesto la liberazione, per mancanza di rischio di inquinamento probatorio legato alla scelta del rito. Ora la Procura darà il suo parere a riguardo. A nulla sono valse le opposizioni alla costituzione di parte civile al processo del Comune di Legnano, confermata dal gip.