La "vita segreta" del Ticino rivelata negli scatti di Mattia Nocciola / FOTO

Dal lucioperca allo storione: la mostra fotografica nel centro Parco "Ex Dogana"

Mattia Nocciola in azione

Mattia Nocciola in azione

Boffalora sopra Ticino (Milano), 8 settembre - Da pescatore a cacciatore di immagini subacquee. La passione per i pesci, e il Ticino in particolare, ha subito un’evoluzione da quando Mattia Nocciola, magazziniere di 29 anni, è passato dalle rive al fondo del fiume.

Quando ha iniziato questa attvità?  "Cinque anni fa, insieme a un mio amico, ho iniziato ad esplorare il fiume con maschera, muta e pinne. Mi immergo soprattutto nel tratto più bello del fiume, da Somma Lombardo a Vigevano». Cosa usa per la sua attività? «Solitamente uso una Reflex con scafandro e i flash sub, per avere risultati migliori fotograficamente. Ho anche usato una action cam. Molto dipende dal luogo in cui mi immergo".  Quando lo fa?  "Quasi tutti i giorni, quando c’è il sole e anche di notte. Non sempre è possibile nuotare nel fiume, soprattutto dove l’acqua è bassa o dove c’è dell’acqua intorpidita. In questi casi mi dedico alla fotografia stando all’asciutto. Ho fatto dei begli scatti anche così, come un gruppo di cinghiali o una femmina di capriolo che guadano il fiume".  Cosa vede?  "Un mondo parallelo fatto di paesaggi e dei tanti “personaggi” che lo abitano".  Ci sono ancora molti pesci nel Ticino?  "Sempre meno. Soprattutto sono quasi del tutto scomparse delle specie come la trota marmorata, tipico predatore di queste acque, per colpa della pesca sfrenata degli anni passati e anche per l’arrivo dei nuovi predatori, come il lucioperca, molto vorace e aggressivo soprattutto quando il maschio si mette a guardia della tana".  A proposito di specie non autoctone, ha incontrato nelle sue immersioni il pesce siluro?  "Ce ne sono tanti, troppi. Non sono pericolosi, non attaccano. Una volta mentre stavo riemergendo da una buca dalla corrente lenta mi sono trovato cinque pesci siluro praticamente attaccati alla maschera, incuriositi dalla mia presenza. Erano esemplari di media dimensione, lunghi anche più di un metro. Il pesce siluro si fa avvicinare di giorno. Appena vede una torcia che fende il buio scappa. Altri pesci invece si fotografano soprattutto col buio, quando lasciano le loro tane senza correre il rischio di essere cacciati dai cormorani".  Qual è stata la preda fotografica più bella?  "Sono affascinato dallo storione cobice, un pesce primordiale. Nuotare al suo fianco è come andare a passeggio con un dinosauro".  Si dice che nuotare nel Ticino sia pericoloso... "Come in tutte le cose bisogna stare molto attenti alle correnti e non farsi prendere dal panico se si incontrano ostacoli imprevisti, se si finisce in una fossa. Conta molto l’esperienza. Solitamente, per via del fatto che mi immergo in apnea e il fiato poco dopo finisce io nuoto nel senso della corrente, mi faccio trasportare, quasi cullare dalle acque: è un’esperienza molto forte".  In questi giorni gli scatti di Mattia si possono osservare in una mostra - “Ticino vita sommersa” - allestita al Centro Parco ex Dogana a Lonate Pozzolo, in località Tornavento: la mostra si potrà visitare negli orari di apertura sino al 29 settembre.