Al parco del Castello di Legnano verranno tagliati molti alberi: “Sono morti in piedi”

La relazione degli esperti incaricati da Amga per curare le piante della città: “Solo 10 su 600 non presentano alcuna propensione al cedimento”

Il parco del Castello di Legnano

Il parco del Castello di Legnano

Gli alberi della città per la stragrande maggioranza versano in buone condizioni, ma la situazione del patrimonio arboreo al parco del Castello di Legnano, l’area verde più conosciuta della città, sembra essere in controtendenza: a testimoniare lo stato di sofferenza della piante al Parco Castello è la relazione da poco predisposta dagli esperti incaricati da Amga, tanto che già questo fine settimana è prevista la presentazione di un piano d’intervento complessivo che ha l’obiettivo di recuperare la situazione.

Nella relazione finale del lavoro eseguito da tecnici e agronomi c’è, infatti, un focus dedicato esclusivamente alla vegetazione del Parco legnanese, dove sono state analizzate le 2.565 piante presenti: sono state escluse dall’indagine solo le piante radicate sulle isole nel laghetto, a causa dell’impossibilità ad accedervi.

"Morti in piedi”

Nel parco legnanese, dunque, ci sono delle intere aree in cui gli alberi sono – come definito nella relazione – "morti in piedi". In sostanza questi alberi costituiscono ormai un pericolo perché rischiano di collassare da un momento all’altro: agli alberi in condizioni ormai irrecuperabili si aggiungono altri esemplari deperiti, probabilmente a causa del caldo record dell’estate scorsa e del protrarsi della siccità.

Nell’area del parco Castello così come in tutte le altre zone della città (a Legnano è stata censita una superficie pari a poco meno di un milione di metri quadri) sulle piante che presentano maggiori problematiche gli esperti hanno effettuato un’indagine attraverso un “resistografo“: un misuratore di resistenza alla perforazione, con un ago lungo e sottile che va a perforare il legno senza danneggiarlo, determinandone la densità e rilevando la presenza di eventuali masse degradate da funghi o spazi vuoti.

L’analisi sugli alberi

“Dei 600 esemplari verificati – ha spiegato Angelo Vavassori, responsabile della Business Unit Gestione verde pubblico, riferendosi alla situazione di tutto il territorio – dieci non presentano propensione al cedimento, come altri 270 che rivelano, però, lievi difetti da monitorare nel tempo; 292 sono oggetto di problematiche più evidenti, 14 versano in condizioni molto critiche e 16 sono purtroppo da rimuovere perché pericolosi".