IVAN ALBARELLI
Cronaca

Parabiago, "festino" a base di droga: dopo l'overdose caccia allo spacciatore

Un mix di eroina e cocaina avrebbe causato il malore quasi fatale a due trentenni. Sono ancora ricoverati in ospedale in gravi condizioni

Un'auto dei carabinieri (Foto archivio)

Parabiago (Milano), 22 agosto 2018 - Un mix di eroina e cocaina che in gergo viene chiamato Speedball. Iniettato in vena o sniffato. Per moltiplicare gli effetti allucinogeni e psicotici sul corpo delle due sostanze per molti versi antagoniste, che generano insieme un’altalena di euforia e depressione con delle ricadute pesantissime sul cuore e sul cervello. Niente di nuovo sotto il sole, visto che a fare uso in passato di Speedball sono stati i soldati americani durante la guerra in Corea negli anni Cinquanta, oltre a un esercito di “artisti maledetti“ a cavallo fra gli anni Ottanta e Novanta.  È stata proprio questa combinazione chimica micidiale per l’organismo a portare a un passo dalla morte i due trentenni di Legnano e di Parabiago, alle porte di Milano, ricoverati l’altroieri in ospedale, colpiti da una grave intossicazione pochi minuti dopo essersi “sparati“ nelle vene coca ed eroina. Uno trovato in stato di semicoma dentro l’appartamento, l’altro in preda a una crisi delirante che l’ha spinto a scendere in strada, salire in bici ed entrare in un bar dove si è messo a urlare frasi senza senso. Sostanze con ogni probabilità tagliate male. Su questo sembrano non esserci dubbi. E per questo, per cercare d’individuare lo spacciatore che ha rifornito i due tossicomani, si sono mossi lunedì pomeriggio anche i carabinieri.  I militari hanno sequestrato nell’abitazione dell’amico parabiaghese i residui delle sostanze stupefacenti trovati sul tavolo, alcune siringhe presenti e un bilancino di precisione utilizzato per dosarle.  I due, intanto, sembrano ormai essere fuori pericolo. Le loro condizioni ancora ieri erano giudicate «gravi ma stabili» dai medici della Rianimazione legnanese, che li aveva presi in carico nelle prime ore successive alla crisi. Non rischiano comunque più la vita. A causa della carenza di posti letto in questi giorni nel reparto di Terapia intensiva, sempre ieri è stato disposto il loro trasferimento negli ospedali di Castellanza e Menaggio, nel Comasco. Nei loro confronti le forze dell’ordine non hanno preso provvedimenti. Come dire: di questa triste storia i due trentenni sono alla fine solo delle vittime. Di se stessi prima di tutto. E poi di una rete di spaccio senza scrupoli alla quale adesso si sta dando la caccia.