REDAZIONE LEGNANO

Chi è il boss Paolo Errante Parrino, il cugino di Matteo Messina Denaro arrestato all’ospedale di Magenta

Abita ad Abbiategrasso il parente 78enne dell'ex capo di Cosa Nostra indagato nell’inchiesta sulla cupola milanese. “Si occupava della famiglia del padrino quando veniva al Nord”

Errante Parrino è stato arrestato all'ospedale di Magenta

Errante Parrino è stato arrestato all'ospedale di Magenta

Punto di riferimento in Lombardia per Matteo Messina Denaro. Così la Dda milanese considerava Paolo Errante Parrino, cugino del defunto boss di Cosa Nostra, catturato all’ospedale di Magenta lunedì 27 gennaio dopo due giorni di ricerche.

I carabinieri avevano bussato alla porta della sua abitazione di Abbiategrasso sabato scorso, per ammanettarlo e portarlo in carcere, dopo il respingimento da parte della Cassazione del ricorso contro la decisione del Riesame. Ma il boss 77enne, indagato nel processo Hydra sulla cupola di mafia milanese, non si era fatto trovare. Ora Errante è piantonato nel reparto di cardiologia del nosocomio magentino.

Il bar e Niko Pandetta

Paolo Errante Parrino, nato a Castelvetrano (Trapani) 77 anni fa, è residente da anni ad Abbiategrasso, dove la sua famiglia gestisce il bar Las Vegas, al centro delle polemiche nel 2020 per un concerto del cantante neomelodico Niko Pandetta, ora in carcere per traffico di droga. Parrino è cugino da parte di madre di Messina Denaro e secondo gli inquirenti avrebbe continuato a comunicare con lui durante la lunga latitanza, precedente la cattura e la morte.

Referente di Cosa Nostra

Secondo la Dda milanese, Parrino – la cui prima condanna per associazione a delinquere di stampo mafioso risale al 1997 – sarebbe stato il "referente nell'area lombarda della Provincia di Trapani, con specifico riferimento al Mandamento di Castelvetrano", riconducibile "all'ex latitante Messina Denaro", e uno dei componenti "del sistema mafioso lombardo" oltre che già condannato in passato per associazione mafiosa.

Raccordo col boss

Sarebbe stato Parrino, secondo le indagini dei carabinieri, "il punto di riferimento del Mandamento di Castelvetrano nel Nord Italia", mantenendo "i rapporti con i vertici di Cosa Nostra, in particolare, con Messina Denaro", latitante fino al 16 gennaio 2023, "rappresentando il punto di raccordo tra il sistema mafioso lombardo e l'ex latitante, a lui trasferendo comunicazioni relative ad argomenti esiziali per l'associazione".

Sistemazione per la famiglia

In particolare, dicono gli investigatori, avrebbe anche mantenuto e "curato i rapporti con la famiglia dell'ex latitante, vertice di Cosa Nostra", occupandosi di "qualsiasi necessità del nucleo familiare da soddisfare in Nord Italia, compreso un adeguato supporto logistico in caso di bisogno".

Cesarino 

Secondo l'accusa, Parrino sarebbe stato "intermediario per conto della famiglia trapanese dei Pace nella controversia con Amico Gioacchino”. E, nel novembre 2021, a Castelvetrano avrebbe incontrato anche le sorelle, la nipote e la madre dell'allora superlatitante Messina Denaro. E ancora, sempre secondo la Dda, avrebbe intrattenuto “perduranti e confidenziali rapporti” con il sindaco di Abbiategrasso (Milano) Cesare Nai (non indagato), che chiamava, scrive la Procura, “Cesarino”, e con altri esponenti del Consiglio comunale. Ma non c'è alcuna prova, secondo il gip, che Parrino abbia messo in pratica la “metodologia mafiosa” nei fatti elencati, definiti dallo stesso giudice anche come “scarsamente rilevanti”, e che addirittura lo avrebbe fatto come presunto appartenente della confederazione delle tre mafie.