"Riteniamo non vi siano al momento le condizioni minime di base, che si chiamano "rispetto" e "civiltà", per un sano e leale confronto democratico": tutta l’opposizione, con l’eccezione di un solo consigliere comunale, è tornata sulla vicenda del "deficiente" pronunciato in aula dal presidente del consiglio, Umberto Silvestri, e rivolto a un consigliere d’opposizione assente in quella serata, Francesco Toia, con una nota stilata proprio per sottolineare che il contrasto tra le parti è ormai insanabile. Uno dei motivi è presto detto: a distanza di qualche settimana, non ci sono state le scuse del presidente del consiglio, diretto interessato, e il sindaco, Lorenzo Radice, ha in realtà accentuato gli attriti con alcune dichiarazioni. L’episodio è noto: Umberto Silvestri, a fine consiglio e convinto di non essere registrato, aveva espresso le sue opinioni a proposito di un consigliere assente, definendolo un "deficiente". La registrazione, poi in parte cancellata, è rimasta a memoria dell’episodio ed era stata in primis Carolina Toia, capogruppo della Lega in aula e sorella del consigliere offeso, a sottoporre la questione. A distanza di settimane la questione viene ora riproposta con una nota sottoscritta da tutti i consiglieri con la sola eccezione di Franco Brumana, del Movimento dei Cittadini. "Non avremmo voluto rispondere a tale volgarità, certi delle scuse dell’autore di tale gesto, che tuttavia non vi sono state, a riprova certa della assoluta inadeguatezza al ruolo che lo stesso ricopre - si legge nella nota -. Il sindaco Radice, invece che scusarsi e, quindi, chiedere le dimissioni dello stesso Presidente resosi protagonista di un così vergognoso evento, al contrario, con violenza e arroganza politica, ha accentuato e alimentato ancor di più la polemica". E così, ricordato l’articolo 54 della Costituzione e i doveri dei cittadini a cui sono affidate funzioni pubbliche, difesa "l’esuberanza" del giovane consigliere comunale al primo mandato, si arriva presto alla scontata - in quanto frutto di quanto successo negli ultimi mesi - conclusione: il "confronto democratico" tra maggioranza e opposizione non esiste più, con buona pace di chi aveva già osservato che "le condizioni minime di base, che si chiamano rispetto e civiltà" sembravano evaporate dall’aula consigliare ormai da parecchio tempo.
CronacaOpposizione all’attacco: "Non esistono più le basi per un confronto leale"