
L’inaugurazione del centro culturale islamico Alla cerimonia ha partecipato il parroco don Piero Visconti
Castano Primo, 1 luglio 2025 – È stato inaugurato il centro islamico “Faizane Madina”, ricavato all’interno dell’ex palestra N Joy di via 26 Febbraio. Al momento inaugurale era presente anche il parroco don Piero Visconti che, nelle sue parole di saluto, ha sottolineato come “questo è un importante passo verso quella fratellanza tra i popoli, tra le diverse culture e religioni che deve essere alla base di un percorso di convivenza e collaborazione reciproca tanto necessarie in questo momento storico”.
Il presidente
A fare gli onori di casa il presidente e portavoce dell’associazione Faizane Madina, Naeem Rizwan. “Siamo convinti che solo attraverso la conoscenza e la comprensione dei valori che ci accomunano si può progredire e migliorare le condizioni sociali e individuali dei nostri associati”. Raizwan ha sottolineato come la nuova sede sarà luogo di incontro con la cittadinanza, senza limitazioni legate al genere, alla religione, alle idee politiche.
“Solo attraverso la cultura è possibile il progresso. Tutta la cittadinanza e le istituzioni sono invitate e saranno accolte con fratellanza e amicizia. Un grazie particolare alla chiesa di Castano Primo per la sua fraterna vicinanza dimostrata anche in questa occasione”.
Una delle prime attività è un corso di lingua italiana. “Quando non parliamo italiano, dicono che non vogliamo integrarci. Ora che iniziamo corsi per imparare la lingua e avvicinarci alla comunità, trovano comunque da ridire. La verità è che a certe persone non andrà mai bene niente, perché non vogliono vederci parte della società, nemmeno se facciamo passi concreti per esserlo”, osserva Rizwan.
I contrari
Ma non tutti hanno accolto con favore l’apertura del centro. Le forze del centrodestra che da un anno reggono le sorti del Comune hanno già ribadito la loro contrarietà. «Quello che abbiamo assistito in occasione dell’inaugurazione della sede dell’associazione culturale è diverso da quello che ci è stato raccontato. In quella struttura non è permesso pregare, invece è stato sostanzialmente un unico momento di preghiera. E le donne italiane che volevano entrare sono state tenute e lungo fuori dalla struttura».
Questo il commento dei partiti del centrodestra. “Questa non è una moschea. Se moschea dovrà essere, vista la sentenza di pochi mesi fa del Consiglio di Stato, lo deciderà l’amministrazione e alle condizioni che essa detterà. Non lasceremo che i gestori del centro culturale dell’ex palestra ci prendano in giro e facciano quello che credono in barba alle regole”.