
L'abitazione di Ceriani
Abbiategrasso (Milano), 22 dicembre 2015 - La causa della morte di Marco Ceriani è riconducibile all’asfissia. Questo è emerso dalla deposizione in aula del medico legale che si è occupato dell’autopsia sul corpo del sessantacinquenne, ucciso nella sua abitazione di via Cesare Battisti ad Abbiategrasso il 9 febbraio (leggi l'articolo). In aula nel tribunale a Pavia, dove è in corso il processo davanti alla Corte d’Assise che vede alla sbarra Loris Salvatore Cardoville (leggi l'articolo), ventiquattro anni, originario di Bellinzona in Svizzera, hanno sfilato tra i testimoni anche la transessuale che ha ospitato l’imputato ad Alba Adriatica. Da lei il giovane si era rifugiato, quando si era allontanato da Abbiategrasso in seguito alla morte di Ceriani, nella città abruzzese era poi stato rintracciato e arrestato dagli investigatori.
La difesa affidata ai legali Marco Casali e Luca Angeleri, non aveva optato per il rito abbreviato, così è stato aperto il dibattimento, in seguito alla richiesta della Procura di Pavia di procedere con giudizio immediato: «Il medico legale ha confermato che la morte di Ceriani è avvenuta per asfissia, spiegando che, date le sue patologie, potrebbe essere sopraggiunta entro due minuti - ha commentato Angeleri -, un tempo inferiore allo standard di quattro o sei minuti». L’analisi era stata già avanzata dal medico legale in fase di indagini preliminari, quando era stata svolta l’autopsia. In particolare, dall’esame autoptico era risultato che il sessantacinquenne è rimasto soffocato dalla compressione di una superficie soffice sul volto. Per l’accusa, un cuscino premuto sul viso, per la difesa, il cuscino o il materasso su cui era svenuto cadendo in posizione prona sul letto: «Non è chiaro se la vittima abbia perso i sensi prima o dopo il contatto con la superficie», ha affermato la difesa. Ceriani aveva anche ferite al capo, provocate «da un oggetto contundente smussato», come ha spiegato l’esperto in aula, che tuttavia non sarebbero risultate mortali. L’udienza è poi stata rinviata al 15 gennaio, quando saranno sentiti gli ultimi testimoni dell’accusa. Fissato già tutto il calendario delle prossime sedute, una al mese fino alla primavera. La conclusione del procedimento è prevista per il 22 aprile.