Omicidio di Magnago, i genitori del killer: "Perdonateci"

La famiglia di Arturo Saraceno affida a una lettera a quella di Deborah Fuso la propria disperazione per quello che è successo e chiede di poter partecipare ai funerali della ragazza

La madre di Arturo Saraceno

La madre di Arturo Saraceno

Magnago (Milano), 19 maggio 2016 - Arturo Saraceno, in carcere a Busto Arsizio per aver ucciso la fidanzata Deborah Fuso, non parla. Ha smesso di farlo nel momento in cui ha varcato le porte del carcere dopo essere stato dimesso dall’ospedale di Legnano dov’era giunto con cinque coltellate poco profonde auto inferte al petto. Chiuso in un mutismo assoluto. Il suo legale, Daniele Galati, lo ha visto ieri mattina: «È sotto choc e trincerato nel silenzio, dopo essere stato sedato per una notte trascorsa a trovare il modo per togliersi la vita». Seduto sulla sedia a rotelle, è passato dall’infermeria alla cella, senza proferire parola. A farlo, oggi, sono i suoi genitori, che tramite il legale di Saraceno hanno espresso l’intenzione di inviare una lettera alla famiglia di Deborah: «Sono sconvolti, anche loro, e non hanno una spiegazione da dare ovviamente – dichiara Galati – sono distrutti dal dolore e vogliono chiedere perdono. Vorrebbero anche poter partecipare al funerale, ma è chiaro che in primis vada messa la serenità della famiglia e quindi vedremo cosa succederà». 

Trovare la forza di esporsi e chiedere perdono, soprattutto per la mamma di Arturo, che martedì mattina era a casa con la coppia, è difficile «Era andata lì per dare una mano – continua il legale – cercare di capire cosa stesse succedendo alla coppia. Poi la signora ha pensato che i due ragazzi avrebbero avuto bisogno di stare soli, ed è andata via. Mai avrebbe potuto immaginare quello che sarebbe accaduto dopo».