Investita dalla Limousine, il sogno spezzato del marito: "Volevamo tornare in Senegal"

Souleimane Ndoye non si dà pace per la morte della moglie Magatte Sow dopo essere stata dimessa dall'ospedale in seguito all'incidente sulla Statale del Sempione

Nerviano (Milano) - "Due ore dopo il secondo ricovero di mia moglie è stato mio figlio a venirmi incontro e a dirmi 'la mamma è andata': io non ci potevo credere, non poteva essere vero...": Souleimane Ndoye, il marito di Magatte Sow, la 48enne di origini senegalesi morta il giorno di Natale dopo essere stata travolta, due giorni prima, mentre attraversava la statale del Sempione a Nerviano, non riesce a trattenere le lacrime ripercorrendo quei momenti.

Souleimane Ndoye, marito di Magatte Sow
Souleimane Ndoye, marito di Magatte Sow

Non riesce a capacitarsi del fatto che la moglie, dimessa con una normale prognosi di trenta giorni, sia morta due giorni dopo per un arresto cardiaco non appena rientrata in ospedale. Lo incontriamo fuori dallo stesso ospedale di Legnano, dove Souleimane è presente quasi in pianta stabile per assistere la figlia di undici anni, anche lei coinvolta nell’incidente avvenuto il 23 dicembre a Nerviano, ed è lui a raccontare cosa sia successo nel tardo pomeriggio del 23 dicembre e poi nei due giorni seguenti: giornate in cui la moglie non ha mai smesso di provare dolori in tutto il corpo e a lamentare enormi problemi di respirazione.

"Ero con loro perché avevo appena finito di lavorare quando mi hanno chiamato e mi hanno detto che sarebbero passati al supermercato sul Sempione – racconta -: abbiamo comprato qualcosa e poi prima di andare a casa per cena, abbiamo deciso di passare al kebap che sta a poche decine di metri, sempre sulla Statale del Sempione. Il tempo di comprare quanto mi serviva, uscire e mentre attraversavamo sulle strisce pedonali la macchina è arrivata".

La moglie di Souleimane e la figlia di 11 anni, che stavano a fianco dell’uomo, vengono travolte: "Ho fatto in tempo a girarmi e ho visto arrivare questa limousine bianca: ha urtato con violenza sulle gambe mia moglie, che è caduta pesantemente sulla schiena, e mia figlia". L’enorme limousine alla cui guida c’era il conducente di 61 anni, come si può vedere nelle foto scattate dallo stesso Souleimane, si sarebbe poi fermata solo qualche metro oltre le strisce pedonali. "Mia moglie era a terra e mia figlia mi ha subito detto che il ginocchio gli faceva male – continua l’uomo -: io non ho voluto toccare nulla e quindi è arrivata l’ambulanza...".

Una volta arrivati in ospedale a Legnano, Souleimane rimane con la bambina, mentre il figlio 20enne (in famiglia c’è un altro fratello di 21 anni) resta con la moglie Magatte. I sanitari visitano la donna ed emettono il loro responso: "Frattura delle vertebre lombari senza lesioni del midollo", tanto che chiedono a Souleimane di comprare una fascia per la schiena che la donna indossa prima di rientrare nella sua casa di Cantalupo nella tarda serata.

Fin da subito la donna sente dolore e, soprattutto, fatica a respirare: a riferire della situazione sono i fratelli, perché Souleimane resta in ospedale a monitorare le condizioni di salute della bambina. La situazione, però, peggiora: "Mia moglie faceva sempre più fatica a respirare e quindi ho deciso di chiamare i soccorsi per farla trasportare in ospedale". Magatte Sow torna in ospedale a Legnano e ci arriva in codice rosso, ma poco dopo l’arrivo muore per arresto cardiaco.

"Mio figlio mi è venuto incontro e mi ha detto 'la mamma è andata...' - prosegue il racconto Souleimane - ma non ci potevo credere... mi hanno detto che si è trattato di un arresto cardiaco: ho fatto denuncia e ho preso un avvocato perché voglio che sia fatta chiarezza su quanto successo. Io non so cosa dire, ma abbiamo avuto l’impressione che mia moglie avesse qualcosa anche alla gabbia toracica e alle costole e per questo aveva problemi di respirazione".

Ora saranno le indagini coordinate dalla Procura di Busto Arsizio e avviate dai carabinieri della Compagnia di Legnano ad appurare se ci sia o meno un collegamento diretto tra l’investimento e il decesso della donna: elementi in più potranno emergere dall’autopsia sul corpo della donna. Unico elemento positivo è dato dalle condizioni della figlia 11enne, ancora all'oscuro di quanto successo alla madre, che sono in costante miglioramento.

Souleimane è arrivato in Italia nei primi anni 2000 e da 18 anni lavora regolarmente come meccanico in un’officina della zona: quattro anni fa è stato infine raggiunto da tutta la famiglia con la quale abita a Cantalupo, frazione di Cerro Maggiore. Tra pochi giorni, tra le altre cose, il suo contratto di affitto potrebbe scadere. Nei progetti c’era l’intenzione di tornare in Senegal con la moglie e organizzare un'attività tra i due Paesi lasciando qui i figli ormai cresciuti.