
I dipendenti sospesi a zero ore dal 9 marzo hanno atteso per settimane almeno l’arrivo dell’atteso sussidio Inps, tanto che di fronte alla mancanza di risposte pochi giorni fa l’azienda aveva deciso di anticipare una parte della quattordicesima, un piccolo e apprezzato aiuto che non aveva però risolto una situazione precaria. Ieri, come esito finale della pressione quotidiana operata su Inps, è stata la stessa azienda ad annunciare la risposta affermativa dell’istituto e lo sblocco per tutti i dipendenti del sussidio.
È questa l’ultima puntata in ordine temporale, quantomeno positiva, della vicenda della National Cleanness, azienda con sede Legnano che si occupa di pulizie e sanificazione. Se per quanto riguarda il lavoro in ospedali e strutture sanitarie si è trattato di incrementare ciò che già si stava facendo, una grossa fetta del fatturato, infatti, dipende direttamente dal traffico aereo, praticamente azzerato per settimane "Stiamo parlando di 307 lavoratori in cassa integrazione su un totale di 453- spiega Loredana Cornaghi, amministratrice della società – in una situazione che per noi ha comportato un calo del fatturato del 60%". "La nostra è un’azienda di servizi che lavora nel mondo sanitario, nel mondo del trasporto aereo, con pulizia e allestimento cabina a Malpensa e Linate, e accoglienza in alcuni alberghi di Milano e non solo - prosegue -. Abbiamo presentato richiesta per accedere all’assegno Fis, il fondo di integrazione salariale per il covid-19, e firmato l’accordo con i sindacati. L’assegno coprirà nove settimane, più altre cinque e, probabilmente, quattro a settembre: non era obbligatorio anticiparlo e, non avendone la possibilità, abbiamo chiesto il pagamento diretto da Inps".
Con il risultato che i tempi si sono dilatati e fino a pochi giorni fa le pressioni su Inps restituivano solo indicazioni generiche, lasciando a bocca asciutta i dipendenti: "Abbiamo fatto il possibile anticipando un acconto di 200 euro sulla quattordicesima ai dipendenti" continua. Una situazione delicata che, proprio ieri, pare essersi sbloccata: "Per i 27 dipendenti che facevano riferimento a Torino l’autorizzazione è arrivata solo pochi giorni fa, dopo una lunga attesa". Troppo presto, invece, per capire gli effetti che avrà sul futuro dell’azienda, strettamente legato al ritorno alla normalità di trasporto aereo e dunque di turismo e viaggi di lavoro. © RIPRODUZIONE RISERVATA