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Legnano, bambino di 9 anni morto in gita. Amadeus, il sogno infranto di una vita migliore

Amadeus a Legnano era considerato un sorta di esempio di integrazione: frequentava le elementari con buoni risultati. Studiava nel doposcuola. Giocava a calcio in una squadra dell'oratorio di Davide Gervasi

Il piccolo Amadeus, morto in gita (StudioSally)

Legnano (Milano), 20 giugno 2015 - Dolore e sgomento ieri al centro di accoglienza di via Jucker a Legnano. Le dieci famiglie di etnia rom che vivono lì, si sono strette attorno ad Adela, la mamma che giovedì mattina ha perso il suo bambino di nove anni. Il piccolo è morto per arresto cardiaco durante una gita parrocchiale alla volta di Celle Ligure. Si chiamava Amadeus e per la prima volta nella sua vita avrebbe visto il mare. Non è però riuscito ad esaudire il suo sogno perchè è spirato durante il viaggio in autobus, dopo aver fatto tre chilometri di corsa tra il campo nomadi e la parrocchia dove era fissato l'appuntamento per la partenza. Ieri pomeriggio all'ospedale di Savona è stata effettuata sul corpo del bambino l'autopsia, su disposizione del pubblico ministero Giovanni Battista Ferro. Ed ora si attende il giorno dei funerali.

Amadeus a Legnano era considerato un sorta di esempio di integrazione: frequentava le elementari con buoni risultati. Studiava nel doposcuola. Giocava a calcio in una squadra dell'oratorio dimostrando di essere davvero bravo. E partecipava alle iniziative del centro estivo. Viveva solo con la sua mamma nel centro di accoglienza. Senza papà. I due fratelli più grandi vivono in Francia e in Romania. “Un bambino pieno di energia e con tanta voglia integrazione – dice Elisa Accornero, presidente dell'Associazione Circolo Santa Teresa di Legnano -. Lo conoscevamo tutti e si si vedeva che voleva una vita diversa da quella che, tra baracche e disperazione, aveva vissuto fino a qualche anno fa. E' morto senza aver mai visto il mare. Raccontava a tutti noi che desiderava tanto fare il suo primo tuffo tra le onde. Ma un destino spietato e beffardo lo ha portato via, proprio a pochi chilometri da quel suo piccolo grande sogno”.

di Davide Gervasi