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"Oggi vedrò per la prima volta il mare". L'ultimo viaggio di Amadeus, morto in gita parrocchiale

Una giornata di festa si trasforma in tragedia. Stroncato da un infarto: aveva corso per prendere il pullman di Davide Gervasi

L'oratorio dell'Olmina da cui era partita la tragica gita (StudioSally)

Legnano (Milano), 19 giugno 2015 - Era emozionato. Non aveva dormito tutta la notte. Per Amadeus, nove anni compiuti lo scorso primo maggio e di etnia rom, era la prima gita fuori porta. Una giornata al mare: si era preparato il suo zainetto ed era felice di quella sua prima avventura. Era così eccitato ieri mattina che temeva persino di perdere l’autobus, nonostante le suore – che dovevano accompagnare i bambini – gli avevano assicurato che lo avrebbero di certo aspettato. Mentre infatti i suoi amichetti venivano portati alla fermata del pullman in macchina, lui avrebbe dovuto farsi tre chilometri a piedi. Tale infatti è la distanza dal centro di accoglienza di via Jucker alla parrocchia del Santissimo Redentore a Legnarello, dove era stato fissato l’appuntamento per la partenza. Lui era preoccupato di non fare in tempo. Ad un tratto si è messo persino a correre. Una corsa a rotta di collo per non arrivare in ritardo. La madre gli gridava di stare tranquillo. Impossibile però fermarlo. Quando poi è salito, in perfetto orario, sul bus, ha tirato un sospiro di sollievo: ce l’aveva fatta. Ma non stava bene. Era tutto accaldato. Il fiato corto. Il viso bianco. Un’ora dopo Amadeus, mentre l’autobus era diretto alla volta di Celle Ligure, è morto. Il sogno di una giornata di divertimento al mare è diventato una tragedia. «Era contentissimo di andare finalmente al mare – racconta tra le lacrime Alin, uno zio che abita da 15 anni a Milano ma arrivato ieri a Legnano per stare vicino alla mamma del piccolo –. Ci chiediamo come possa essere successo. Non soffriva di cuore. Giocava a pallone in una squadra della parrocchia di Legnano correva come una scheggia. La madre si era accorta dopo quella corsa verso il pullman che non stava bene. E aveva chiesto di poter salire anche lei e di accompagnarlo, ma non è stato possibile». Che la donna avesse avuto uno strano presentimento, è confermato anche dal fatto che subito dopo aver salutato il figlio, era andata dal parroco invitandolo a telefonare alle suore per chiedere se stava bene. «E le avevano risposto che non c’era nulla di cui preoccuparsi. - aggiunge Alin - Poi però ad un tratto ha perso i sensi. Gli amici credevano che si fosse addormentato e invece stava malissimo». L’autista ha preso la prima uscita sull’A10 verso la frazione di Piani di Celle, dove nel frattempo è giunta un’automedica del 118 contattata dalle suore. I medici dell’ospedale San Paolo di Savona hanno cercato di rianimarlo per un’ora. Alle 11.50 di ieri Amadeus è stato dichiarato morto.

di Davide Gervasi