
Un lupo (foto di archivio)
Milano, 4 febbraio 2020 - Un capriolo sbranato è stato trovato ieri nella zona del centro «Fagiana» di Magenta. Il Parco del Ticino – per il momento – non si è sbilanciato, ma l’ipotesi più accreditata pare quella dell’attacco da parte di un lupo. Anche se non si può escludere del tutto la pista del cane randagio. La carcassa presentava una ferita sul collo compatibile con un morso e l’asportazione di una parte delle interiora; toccherà ai guardiaparco e ai tecnici del Parco del Ticino svolgere tutti gli accertamenti del caso per capire cosa abbia ucciso il capriolo. La presenza del lupo nell’area boschiva compresa tra Abbiategrasso e Magenta, d’altronde, è certificata dal radio collare sistemato qualche mese fa su «Ambrogio», l’esemplare che ad aprile del 2019 era caduto nel Naviglio finendo in Darsena a Milano, dove era stato ripescato dai vigili del fuoco e curato, prima di essere rimesso in libertà.
Dal 2017 è stata ormai accertata la presenza dei lupi nel Parco del Ticino. Allora era stata una fototrappola a certificare la ricomparsa nei boschi di questo predatore, dopo quasi due secoli di assenza dalla pianura lombarda. Da allora gli avvistamenti di animali compatibili con il lupo si sono susseguiti tra i fruitori dell’area protetta, anche se – per chi non possiede un occhio esperto – resta sempre il dubbio che si possa trattare di un cane randagio. Lo stesso Parco del Ticino ha iniziato un progetto di monitoraggio della presenza di questo predatore, coinvolgendo, oltre ai guardiaparco, anche l’università di Pavia e la Bicocca di Milano che stanno provando a tracciare gli spostamenti e stimare il numero di esemplari basandosi su tracce, escrementi e ritrovamenti di carcasse, proprio come quella di ieri. D’altronde la presenza abbondante di prede come i cinghiali e gli stessi caprioli – oggetto di un piano ad hoc per il reinserimento ormai da qualche decina d’anni – rappresentano un fattore determinante per l’espansione della popolazione di lupi.