SILVIA VIGNATI
Cronaca

L’Anpi fa storia e memoria. Tre giorni di riflessione: "Perché il futuro sia di pace"

Rescaldina, riunite le sezioni. Sabato l’intitolazione della sede a Lidia Menapace. Minelli: parole come “deportazione” e “guerra” pensavamo appartenessero al passato. Così non è.

I vertici dell’Anpi

I vertici dell’Anpi

Lo scorso anno al Centro Pertini di Legnano, nel fine settimana in sede a Rescaldina. Sabato, domenica e lunedì saranno tre giorni di festa per Anpi, l’Associazione nazionale partigiani d’Italia, che ha riunito le sezioni di Canegrate, Cerro Maggiore, Legnano, Nerviano, Parabiago, Rescaldina, San Giorgio su Legnano, San Vittore Olona e Villa Cortese. La seconda edizione della manifestazione ha il patrocinio del Comune e il supporto di Emergency, Libera, Cgil, Acli e People.

Si inizia sabato alle 11 con l’intitolazione della sezione rescaldinese a Lidia Menapace, partigiana, politica e saggista novarese, morta a Bolzano nel 2020. Interverranno la scrittrice Rosangela Pesenti e Primo Minelli, presidente Anpi provinciale di Milano. Alle 16, nella sede Anpi di via Matteotti 56, l’autrice presenterà il suo libro "Donne e leggi in Italia. Promemoria". Alle 21 nell’auditorium comunale, di via Matteotti 6, per lo spettacolo "Se ti savèset....", parole e musica ispirate al racconto "Ferite di guerra", di Carlo Bava, con un concerto di arpa celitica di Vincenzo Zitello.

Domenica alle 10.30 verrà inaugurata in sede la mostra fotografica "Life support"- la nave di Emergency, alle 13 il pranzo al Circolo del partigiano, alle 16 un incontro pubblico sui referendum dell’8 e 9 giugno. In chiusura, alle 21 in sede, il concerto dei "Turno di notte", canzone italiana d’autore.

Lunedì alle 14.30 videotestimonianze di partigiane e partigiani del Legnanese, alle 16.30 lo spettacolo "Madri della Repubblica" della Compagnia dei gelosi e alle 18 la chiusura della festa con le riflessioni di Minelli. "Anpi vuole fare memoria e storia, ma guardando al futuro – ha sottolineato Minelli –. Oggi dobbiamo confrontarci con parole spaventose. Pensiamo solo a “deportazione”, non la sentivamo pronunciare da 80 anni, e “guerra”. Pensavamo fossero figlie del passato. Così non è".

Silvia Vignati