L’agricoltura come terapia Un orto per curare il disagio

Su un terreno del centro Gulliver saranno coltivati meloni e zucchine. A occuparsene persone in condizioni di svantaggio pschico e fisico .

L’agricoltura come terapia  Un orto per curare il disagio

L’agricoltura come terapia Un orto per curare il disagio

di Lorenzo Crespi

Nasce a Travedona Monate una start up dell’agricoltura. L’idea è semplice ma al tempo stesso innovativa: a partire da un terreno agricolo messo a disposizione da privati cittadini in comodato gratuito si vuole creare un circolo virtuoso che porti valore al territorio, offrendo un’opportunità lavorativa e di reinserimento sociale ad alcune persone in condizioni di svantaggio fisico e psichico residenti nella zona. Tutto questo attraverso la creazione di un orto sociale. Il progetto pilota vede coinvolti diversi attori: l’amministrazione comunale, il Centro Gulliver di Varese, la cooperativa sociale Homo Faber, il gestore idrico Alfa, un’azienda agricola e due imprese locali.

"È l’attuazione della riforma del terzo settore che parla di coprogettazione tra diversi enti e la messa in pratica di quel principio di solidarietà sancito anche dalla nostra Costituzione che ci è molto caro", sottolinea Emilio Curtò, presidente del Centro Gulliver. "Abbiamo da subito sostenuto questo progetto per l’alto valore che può generare", osserva invece l’assessore all’ambiente e agricoltura di Travedona Monate Gianpietro Schiffo. Le lavorazioni iniziali prevedono un primo passaggio per pulire, arare e sistemare il terreno, grazie alla collaborazione dell’azienda agricola e di Alfa, attraverso l’approvvigionamento di acqua con una fornitura a condizioni agevolate.

Durante il primo anno verranno coltivate zucche e meloni nel periodo estivo e radicchi di campo, lattughe e piselli durante l’inverno. Sarà un progetto ad alta sostenibilità anche dal punto di vista energetico: l’approvvigionamento di energia elettrica infatti arriverà da un mini impianto fotovoltaico mobile. L’obiettivo è quello di impiantare nella primavera del 2024 un uliveto, per aggiungere un’altra produzione in un luogo già noto per le famose pesche di Monate. "Se positiva, la sperimentazione porterà alla produzione di olio sulle rive del lago di Monate, aggiungendo un’altra preziosa risorsa per il territorio, sia economica che turistica", osserva Giorgio Stabilini, responsabile dei progetti di agricoltura sociale di Homo Faber. E in futuro la start up potrebbe essere replicata in altri centri.